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Nutraceutica, chiusa con successo l'opa su Labomar

Il private equity britannico Ccp Charterhouse e l'imprenditore Walter Bertin hanno il 94% del capitale

SI è chiusa con successo l’opa a 10 Euro per azione su Labomar, società nutraceutica quotata su Euronext Growth Milan, controllata dall’imprenditore Walter Bertin. Per delistare la società da Piazza Affari e iniziare un nuovo percorso di sviluppo Bertin si è alleato con il private equity britannico Charterhouse. Il periodo di adesione era iniziato lo scorso 10 luglio, mentre l’operazione era stata annunciata lo scorso maggio (vedi EFA News).

Se verranno confermati i dati provvisori comunicati da Intesa Sanpaolo che è l'intermediario incaricato del coordinamento della raccolta delle adesioni, il veicolo offerente, ossia LBM Next S.p.a., insieme a Bertin, all'amministratore delegato Claudio De Nadai e al veicolo Ccp (Charterhouse capital partners) che fa capo a Charterhouse, possiederanno il 94,096% del capitale della società, tenuto conto delle azioni apportate in opa, pari al 16,961% del capitale. 

Il controvalore complessivo è 31,35 milioni di Euro costituito dalle azioni acquisite sul mercato dalla società di investimento di private equity Ccp al di fuori dell’offerta e durante il periodo dell’offerta pari al 2,115% del capitale, con l’ultimo acquisto condotto il 31 luglio scorso: a queste si aggiungono le azioni già in portafoglio a LBM Next al momento del lancio dell’offerta.

L’opa, infatti, ha riguardato le azioni in circolazione rappresentative del 32,393% del capitale: in pratica, tutte le azioni a eccezione di quelle già possedute da Bertin e dell’ad De Nadai, rappresentative in totale del 67,607% del capitale. L’opa è stata lanciata da LBM Next S.p.a, inizialmente capitalizzato al 99,5% da LBM Holding S.r.l., società con la quale Bertin controllava Labomar al 67,339% e, allo 0,5%, De Nadai (che, a sua volta, possedeva lo 0,268% di Labomar). 

Un aumento di capitale da 59,9 milioni di Euro è stato sottoscritto da Ccp No. 7.2 Ltd, veicolo di nuova costituzione che fa capo a Charterhouse: in questo modo LBM Next si è dotata dei capitali necessari per pagare il corrispettivo dell’opa ed è ora controllata al 67,348% da LBM Holding, allo 0,268% da de Nadai e al 32,384% dal veicolo di Charterhouse.

Charterhouse si è riservata un’opzione per acquisire da LBM Holding il 21% di LBM Next da esercitarsi tra il 31 gennaio 2025 e il 31 gennaio 2026. Per contro, se Charterhouse non eserciterà la sua opzione, LBM Holding ha, a sua volta, un'opzione di acquisto da Ccp di tutte le sue azioni di LBM Next tra il 1° febbraio 2026 e il 31 luglio 2026.

Labomar, ai fini dell’offerta, è stata valutata circa 212 milioni di Euro, cioé 12,8 volte l’ebitda del 2022 che era stato di 16,55 milioni di Euro, a fronte di 91,8 milioni di ricavi e un debito finanziario netto di 27,6 milioni. Il primo trimestre 2023 ha visto crescere i ricavi consolidati a 28 milioni di Euro dai 19 milioni del primo trimestre 2022. Labomar era sbarcata su Euronext Growth Milan il 5 ottobre 2020 con un’ipo a 6 Euro per azione che aveva raccolto 29,9 milioni di Euro.

Il gruppo della nutraceutica ha chiuso il primo semestre 2023 con ricavi consolidati pari a circa 53,4 milioni di Euro, in crescita del 27,8% rispetto al medesimo periodo 2022. "Dopo il rilevante risultato maturato nel primo trimestre dell’esercizio in corso (+47%) grazie all’effetto positivo di una coda di ordinativi acquisiti nel 2022 -sottolinea un comunicato della società-, il dato incorpora un ritorno a livelli naturali di crescita, con un incremento dei ricavi di gruppo di circa il 12% nel solo secondo trimestre del 2023". 

La performance, prosegue la nota, "è stata realizzata per il 52% nei mercati internazionali grazie al contributo di tutte le società del gruppo che hanno saputo cogliere ogni opportunità di crescita, pur in un contesto che permane complesso e che vede generali segnali di rallentamento, dovuti alla pressione inflazionistica e al ridotto potere d’acquisto dei consumatori finali".

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EFA News - European Food Agency
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