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Pomodoro: sorpasso cinese ai danni dell'Italia

La bizzarra richiesta da Coldiretti e Filiera Italia: "Vietate l'importazione"

Coldiretti e Filiera Italia al di sopra del Wto, l'organizzazione mondiale del commercio che regola gli scambi e gli accordi commerciale tra paesi? E' la considerazione che emerge dalla bizzarra richiesta che emerge da un comunicato congiunto delle due associazioni. Ossia di vietare l'import di pomodoro dalla Cina per presunte violazioni dei diritti umani.

"Alle frontiere nazionali - sostengono da Coldiretti e Filiera Italia - si assiste al balzo del +50% delle importazioni di concentrato di pomodoro cinese che costa la metà di quello tricolore grazie allo sfruttamento dei prigionieri politici e della minoranza musulmana degli Uiguri nello Xinjiang".

Le "prove" di quanto affermato verrebbero dai dati del World Processing Tomato Council, da cui emerge che la Cina con 7,3 miliardi di chili nel 2023 sorpassa l’Italia nella classifica mondiale dei produttori di pomodoro da industria, dove il nostro paese si colloca ora al terzo posto.

Il presidente di Coldiretti Ettore Prandini e l’amministratore delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia hanno scritto al ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida per denunciare che “l’aumento della produzione di pomodoro da industria cinese e la differenza di prezzo tra il concentrato di produzione orientale e italiana hanno determinato la ripresa di fenomeni fraudolenti di difficile individuazione data l’alta diluizione a cui il prodotto è sottoposto per l’ottenimento dei diversi derivati del pomodoro”.

“Inoltre – scrivono Prandini e Scordamaglia - il pomodoro cinese è coltivato per l’80% nella regione dello Xinjiang dove il governo cinese pratica da tempo politiche di repressione e genocidio della popolazione locale degli Uiguri con sterilizzazione di massa, campi di concentramento, schiavitù e lavori forzati nei campi agricoli. Una violazione dei diritti umani confermata nei mesi scorsi anche dall’Onu e dallo stesso Parlamento europeo”.

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EFA News - European Food Agency
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