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Grano/4. Alleanza Coop: Basta col mito del grano italiano

"Non è possibile produrre pasta solo con duro nostrano, consumatore faccia scelte informate"

“Le divergenze tra i vari attori della filiera del frumento duro danneggiano tutti, specie in un momento di grande difficoltà come quello che sta vivendo il comparto. Ecco perché è necessario recuperare lo spirito di filiera, dalla produzione alla trasformazione alla commercializzazione, e lavorare su un fronte comune. Ad esempio, dal momento che è noto a tutti che non è possibile produrre pasta solo con grano duro italiano, credo sia tempo ormai di uscire dalla dualità tra grano italiano e grano estero e che occorra piuttosto puntare su una valorizzazione della pasta con grano 100% made in Italy, in modo che il consumatore sia nella condizione di scegliere in maniera informata”. Lo ha detto il presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari Carlo Piccinini nel suo intervento alla riunione sulla filiera del grano duro (leggi notizia EFA News) che si è svolta questa mattina al Masaf, alla presenza del ministro Francesco Lollobrigida e del sottosegretario Patrizio La Pietra.

“L’andamento della campagna del grano duro è stata molto difficile” - ha spiegato Piccinini - e ciò sta creando molta apprensione tra gli agricoltori. I costi di produzione che le aziende agricole hanno sostenuto sono stati assai alti a tal punto che si rischia in un’annata in rosso per un comparto che si appresta tra l’altro a subire già ricadute negative dall’applicazione della nuova Pac, con i ben noti tagli agli aiuti”.

Rispetto alla formulazione del prezzo del frumento, il presidente Piccinini ha evidenziato come ad il mercato internazionale dei cereali sia fortemente condizionato dalle quotazioni del Chicago Board of Trade (Cbot), “dove più del 95% dei contratti vengono stipulati in assenza di una transazione fisica del prodotto e sono solo operazioni di natura finanziaria”.
Il presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari si è anche soffermato sul tema delle importazioni del grano dall’estero, sul quale, “pur confidando sul fatto che la sicurezza alimentare venga costantemente garantita da controlli accurati, è auspicabile che l’Europa chieda che anche per la coltivazione dei grani importati vengano utilizzate tecniche a minor impatto ambientale come quelle richieste ai produttori Ue”.

Piccinini ha infine rinnovato l’appello a investire sulla ricerca per migliorare qualità e produttività dei grani: un seme certificato sarebbe in tal senso un buon punto di partenza.

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EFA News - European Food Agency
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