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CLARA MOSCHINI

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Electrolux si avvia verso la dichiarazione di stato di crisi

Il 31 agosto a Bologna incontro tra dirigenti e sindacati

La data è il 31 agosto, la sede è Bologna. Parliamo dell’incontro tra i vertici di Electrolux Italia e il sindacato, un summit le cui previsioni non sono delle migliori. Si attende, infatti, l’ufficializzazione dell’esistenza dei presupposti per chiedere lo stato di crisi.

L’andamento degli ordini, e quindi della produzione, non mostra segni di inversione del trend rispetto ai primi sette mesi dell’anno caratterizzati da una domanda asfittica e da massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali soprattutto per gli stabilimenti di Porcia, in provincia di Pordenone (lavatrici), Forlì (forni e piani cottura) e Solaro, in provincia di Milano (lavastoviglie). Meno negativo l’andamento di Cerreto d’Esi, vicni Ancona (cappe per cucina) e Susegana, in provincia di Treviso (frigoriferi). 

Nemmeno questi due ultimi stabilimenti, però, sono rimasti esenti dal ricorso agli ammortizzatori, tanto che Susegana ha appena archiviato 3 giorni di cassa (dal 16 al 18 agosto), e sta rallentando il gettito che si sta attestando attorno ai 3 mila pezzi al giorno a fronte di una potenzialità di oltre 4 mila.

A Porcia, che a distanza di 14 anni dalla cancellazione della chiusura collettiva estiva proprio nel 2023 ha ripristinato le 2 settimane di stop, la ripresa dopo le ferie non è scattata lunedì ma lunedì scorso, 21 agosto e, al primo incontro tra direzione di stabilimento e Rsu, è arrivata la comunicazione circa la necessità di un nuovo fermo produttivo. La stima è di 4 giornate, la comunicazione si è limitata a due, il 24 e 25 agosto, mentre il magazzino ricambi raddoppia: 24, 25, 28 e 29 agosto le giornate. Lo stop coinvolge il 50% degli addetti il prossimo giovedì e venerdì, e i restanti nel lunedì e martedì della prossima settimana. 

Sempre lunedì scorso, a Solaro, la direzione di fabbrica ha indicato nel 31 agosto e l’1 settembre i due giorni di chiusura con copertura data dalla cassa integrazione. Sono andate deluse, dunque, le speranze dei sindacati che si basavano proprio sul mese di agosto per fare “cassetto” con nuovi ordini su livelli tali da trainare la produzione: adesso, poi, le indiscrezioni circa la ridiscussione dell’accordo con Ikea gettano ulteriori nubi sul futuro prossimo.

A fronte di stabilimenti che hanno fatto ampio uso della cassa integrazione ordinaria, oggi vicina all’esaurimento delle 52 settimane autorizzabili, e di un mercato che non dà segni di ripresa, a questo punto la via dello stato di crisi appare l’unica in grado di garantire l’accesso ad altre tipologie di ammortizzatori sociali, come la cassa integrazione e i contratti di solidarietà. Attivabili, vale la pena di ricordare, a fronte dell’apertura di piani di ristrutturazione e riorganizzazione il cui impatto sulle fabbriche italiane (cinque con circa 5 mila addetti) non è ancora chiaro.

Il piano precedente, per quel che riguarda l’Italia, risale al 2013, quando Electrolux ipotizzò la chiusura di Porcia, poi radicalmente rivisto: da qui, oltre agli esuberi, sono derivati importanti investimenti sui siti italiani. Ll’estate scorsa c'è stata la riorganizzazione negli Usa, con 4 mila eccedenze: qualche mese fa l’annuncio della chiusura dello stabilimento di frigoriferi in Ungheria (vedi EFA News).

I rumors di cessione dell’intero Gruppo alla cinese Midea sembrano scemati: l'operazione, infatti, sembra definitvamente accantonata dal colosso cinese (vedi EFA News). Adesso arrivano altre voci che indicano Haier come potenziale acquirente di buona parte delle attività industriali svedesi, ad eccezione di quelle negli Usa.

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EFA News - European Food Agency
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