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CLARA MOSCHINI

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Vendemmia /2. Stime positive in Lombardia (+15%), in netta controtendenza

Molte ombre (giacenze a 49 mln hl) ma anche qualche luce: migliora la qualità del vino

In un quadro generale difficilissimo, segnato da maltempo, peronospora e inflazione generalizzata, la vendemmia italiana ha subito un pesante contraccolpo ma i risultati sono tutt'altro che omogenei. Ben 5 regioni su 20 - tutte del Nord - si rivelano felicemente in controtendenza. Secondo le previsioni dell’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini (Uiv), presentate stamattina al ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (leggi notizia EFA News), a crescere sono le produzioni di Lombardia (+15%), Valle d'Aosta (+10%), Veneto (+5%), Liguria (+5%), Trentino Alto-Adige (+1,5). Per contro i tonfi più clamorosi sono tutti al Sud: Molise (-45), Abruzzo (-40%), Calabri (-32%), Basilicata (-30%), Sicilia (-30%).

Le abbondanti e frequenti precipitazioni primaverili hanno creato le condizioni favorevoli all’insorgere delle malattie della vite e soprattutto della Peronospora che non ha risparmiato molti vigneti specialmente del Centro-Sud. Le continue piogge, infatti, in molti casi hanno impedito di entrare in vigna per fare i trattamenti e in altri ne hanno vanificato gli effetti. A questo si aggiungano altre malattie come oidio e flavescenza dorata, oltre a grandine e altri eventi climatici avversi durante l’estate e il quadro della situazione viticola si colora a tinte non certo brillanti per la produzione nel complesso, ma soprattutto per quelle biologiche. Un’annata dal "meteo pazzo" che ha messo in evidenza ancora una volta come il grande potenziale tecnico professionale consenta alle imprese che si sono affidate alla tecnica e alla scienza dei molti enologi e tecnici viticoli di ottenere una qualità in linea con la media delle ultime annate.

Non tutto è da buttare in questa vendemmia, tutt'altro. Se la quantità è nettamente calata, "sul fronte della qualità, il discorso è più complesso - ha detto il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, a commento delle previsioni vendemmiali -. Dalla vendemmia 2023 otterremo sicuramente vini di buona qualità, con punte di eccellenza. Molto dipenderà dal lavoro, a cominciare da quello degli enologi, eseguito in vigna e in cantina".

"La contrazione produttiva di quest’anno non deve costituire un elemento di preoccupazione, visto il livello elevato di giacenze, che ha superato i 49 milioni di ettolitri, posizionandosi come il dato più alto degli ultimi sei anni – ha detto da parte sua il commissario straordinario di Ismea, Livio Proietti –. Il tema non è tanto la perdita della leadership italiana in termini di volumi prodotti, piuttosto il rallentamento della domanda interna ed estera, che sta deprimendo i listini soprattutto dei vini da tavola e degli Igt".

Quali rimedi? "Tra le priorità, occorre chiudere finalmente il decreto sulla sostenibilità e ammodernare il vigneto Italia, mediamente vecchio, difficile da meccanizzare e costoso da gestire. Serve anche revisionare i criteri per l’autorizzazione “a pioggia” di nuovi vigneti in base alle performance delle denominazioni, oltre a ridurre le rese dei vini generici e rivedere il sistema delle Dop e Igp, compresa la loro gestione di mercato", suggerisce il presidente di Uiv Lamberto Frescobaldi, sollecitando anche di "cambiare marcia sul piano commerciale, a partire dalla semplificazione dell’Ocm Promozione e da una promozione di bandiera capace di coinvolgere le imprese sin dalla sua pianificazione”.

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EFA News - European Food Agency
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