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Cheese: parte il movimento di tutela dei prati

Presentato il manifesto durante in occasione della 14° edizione dell'evento di Slow Food

"Tutelare i formaggi che nascono dai prati stabili e dai pascoli è una dichiarazione d’amore per il futuro, perché queste produzioni lattiero-casearie possono dare risposte importanti alle questioni ambientali, sociali ed economiche che tutti ci troviamo di fronte". Con queste parole la presidente di Slow Food Italia Barbara Nappini, ha inaugurato la 14° edizione di Cheese, la più importante manifestazione internazionale dedicata ai formaggi a latte crudo, a Bra fino alla giornata di oggi 18 settembre: un’edizione dedicata al sapore dei prati, come sintetizzato nel claim della manifestazione, perché le qualità organolettiche e nutrizionali del latte – e di conseguenza il sapore e il valore dei caci – dipendono dalle erbe di cui si sono alimentati gli animali.

I prati stabili riflettono il perfetto equilibrio tra natura ed esseri umani, tra rispetto dell’ambiente e produzione, sono importanti serbatoi di carbonio, oasi di biodiversità, argini al dissesto idrogeologico, ma stanno scomparendo, in montagna per l’avanzare del bosco e in pianura per la cementificazione e l’agricoltura intensiva. Occorre impegnarsi per la loro tutela: per questo motivo, oltre 30 tra enti di ricerca e organizzazioni della società civile italiana hanno messo a punto il manifesto Salviamo i prati stabili, i pascoli e i pastori. Il manifesto è stato consegnato al ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, al presidente delle Regione Piemonte Alberto Cirio, e alle altre istituzioni presenti all'inaugurazione. Da oggi l'adesione è aperta a tutti: istituzioni, associazioni, aziende private, ma anche singoli individui.

Ma come si fa nel concreto a tutelare i prati stabili? Con la cura. I prati stabili non sono arati, seminati, trattati con la chimica di sintesi, ma non sono neppure selvatici. Non possono essere abbandonati, devono essere gestiti, richiedono attenzione e competenza. Fanno parte di un delicato sistema agro-silvo-pastorale che vede protagonisti uomo e animali e al cui centro ci sono i pastori, che si occupano dei pascoli, della fienagione, che vivono la montagna. Per poterlo fare, hanno bisogno di contare su un reddito sufficiente: "La politica ha il dovere di sostenere chi lavora bene – scrive il fondatore di Slow Food Carlo Petrini nel suo messaggio –. I comportamenti virtuosi devono essere retribuiti in modo equo. Non si può più parlare di qualità senza pagarla, ripetere che siamo i migliori del mondo e giocare invece al ribasso. Il diritto alla qualità spetta a tutti, ma abbiamo il dovere di riconoscere il giusto valore, perché il lavoro che fanno i pastori, in primis, di cura dell’ecosistema e di rivitalizzazione delle zone impropriamente dette marginali, non ha prezzo".

"Slow Food si impegna nei prossimi anni a mappare i prati stabili italiani e a fornire ai consumatori gli strumenti per riconoscere i prodotti che ne derivano – conclude Nappini –. Alle istituzioni chiediamo di rendere accessibili i pascoli ai giovani, migliorando i servizi nelle aree interne, agevolando il loro lavoro".

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EFA News - European Food Agency
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