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Il pomodoro libanese alla caccia dei mercati europei

Il cambiamento climatico sta favorendo la coltivazione di una varietà particolarmente concorrenziale

Il cambiamento climatico può favorire le coltivazioni dei Paesi caldi o dei Paesi freddi, a seconda dei casi. Per i pomodori coltivati sul Monte Libano, a circa 1500 metri d'altitudine, l'aumento delle temperature ha moltiplicato la produzione, la raccolta e le vendite dei pomodori della Daccache Green Line. Il prodotto è menzionato dall'agenzia Ice, che, a sua volta, cita come fonte Freshplaza.it.

L'ubicazione delle piantagioni è avvantaggiata dal clima asciutto e soleggiato e da un terreno ricco, in un territorio che d'inverno si riempie di neve ma che, nelle restanti stagioni, gode di una prolungata esposizione alla luce naturale. Davvero l'ideale per una pianta come quella del pomodoro. Sul Monte Libano, le condizioni meteorologiche consentono di coltivare il pomodoro risparmiando notevolmente su fitosanitari e ottenendo circa 1500 tonnellate di prodotto a stagione.

"In futuro potremmo dover investire di più in reti ombreggianti a causa del cambiamento climatico, anche se credo che alla fine questo fenomeno potrebbe avvantaggiarci - dichiara Antoine Daccache, titolare dell'azienda ortofrutticola libanese -. Se l'estate durerà più a lungo, si prolungherà anche la nostra stagione. Attualmente tagliamo le piante ogni sette-otto grappoli. In futuro potremmo riuscire a coltivare un po' più a lungo".

La politiche protezioniste della vicina Arabia Saudita - che in precedenza risultava uno dei mercati più appetibili - ha costretto Daccache Green Line a puntare di più sull'Europa, dove tra ottobre e novembre, la produzione dei pomodori tende sempre a diminuire, e sugli Emirati Arabi, che importano l'80% dei pomodori dall'Iran e dalla Giordania e il 5% da Italia, Spagna e Paesi Bassi. Al tempo stesso, questi ultimi tre Paesi rappresentano il 30% del valore del mercato dei pomodori degli Emirati, dove si vendono solo prodotti di nicchia. "Questo è il nostro prossimo obiettivo - afferma Daccache -. Forse troveremo un acquirente dal Medio Oriente o dall'Europa al prossimo Fruit Attraction".

L'azienda è anche intenzionata a investire nel "supporto tecnico" e ad acquistare congiuntamente le sementi "per coltivare le stesse varietà e standardizzare la produzione fra i nostri coltivatori partner". Facile dunque comprendere quali siano i mercati che il pomodoro libaneseandrà ad aggredire e quali concorrenti rischiano di accusare il colpo maggiore.

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EFA News - European Food Agency
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