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Il private equity scommette sull'olio di oliva spagnolo e portoghese

Boom di investimenti in ultiveti che garantiscono grandi profitti dopo che i prezzi sono raddoppiati da inizio 2023

Le società di private equity stanno puntando alle aziende olivicole di Spagna e Portogallo. Il perché è presto detto: perché utilizzano nuove tecniche agricole per incrementare la produzione, vedendo grandi profitti dopo che i prezzi sono raddoppiati dall'inizio del 2023. Gli investimenti vengono effettuati per creare oliveti moderni e superintensivi in un Paese in cui la maggior parte delle aziende agricole è composta da piccoli produttori che raccolgono manualmente e lavorano collettivamente per produrre olio extravergine di oliva.

Il gestore di fondi spagnolo Beka Finance, per esempio, ha lanciato il suo primo fondo con il partner industriale portoghese Bolschare per investire nella coltivazione superintensiva di olive e mandorle. Incoraggiata dalla scommessa sull'aumento dei prezzi, Beka si aspetta rendimenti fino al 20% dal nuovo fondo, rispetto all'iniziale 11% in 10 anni offerto agli investitori.

Il fondo canadese Fiera Comox, specializzato in agricoltura, ha concordato un accordo di acquisto di azioni con Cibus Capital per comprare il produttore spagnolo di olio d'oliva Innoliva questo mese. "I fondi di private equity sono interessati agli oliveti moderni che utilizzano la tecnologia per coltivare gli olivi ad altissima densità", sottolinea Jorge Pena, presidente e amministratore delegato di Innoliva.

Innoliva coltiva circa 8.000 ettari in Spagna e Portogallo utilizzando tecniche che le consentono di piantare 2.000 piccoli alberi per ettaro, rispetto ai 200 alberi delle piantagioni tradizionali. Si affida inoltre a sistemi di irrigazione intelligenti e alla raccolta meccanica delle olive per essere più produttiva ed efficiente. Il Fondo Beka, da parte sua, ha anche investito in 1.200 ettari di oliveti in Portogallo, dove ha assicurato l'irrigazione da un bacino artificiale.

"C'è sempre più interesse a investire in questo settore: un'azienda agricola ben gestita è un buon affare", spiega Fernando de la Vega, amministratore delegato di Beka Finance. Il manager prevede che i prezzi dell'olio d'oliva rimarranno al di sopra delle previsioni iniziali del fondo.

In Spagna, secondo i dati ufficiali, il prezzo dell'olio extravergine di oliva è raddoppiato dall'inizio dell'anno, raggiungendo 8,20 Euro al chilo in questo mese di settembre: nel frattempo la produzione si è dimezzata, soprattutto a causa della siccità. Secondo l'Ocu, l'ente di controllo dei consumatori spagnoli, in alcuni supermercati spagnoli, le bottiglie sono state vendute a più di 10 Euro da agosto. Non solo. Secondo quanto dichiarato questa settimana da Deoleo, il principale imbottigliatore di olio d'oliva al mondo, mentre il consumo in Spagna e in Italia è crollato a causa dell'aumento dei prezzi, la domanda negli Stati Uniti rimane forte. 

Il Beka & Bolschare Iberian Agribusiness Fund ha basato le sue previsioni iniziali su un prezzo medio storico dell'olio d'oliva in Spagna di 2,7 Euro al chilo: la previsione più prudente è che i prezzi dell'olio d'oliva saranno superiori a 7 Euro al chilo entro la fine dell'anno, anche se le precipitazioni miglioreranno. In tutti i casi, i prezzi saranno superiori a 5 euro al chilo l'anno prossimo.

Insomma, la Spagna, il più grande produttore di olio d'oliva al mondo, si affida principalmente alle piogge per "irrigare" i suoi uliveti: la siccità in corso genererà un raccolto simile nel 2024, secondo le stime di diversi produttori di olio d'oliva spagnoli. 

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EFA News - European Food Agency
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