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Glifosato/2. Le reazioni al sì dell'Italia alla proroga per dieci anni

Greenpeace chiede al Governo di ripensarci. Soddisfazione invece da Pan Europe e Isde Italia

“Il voto favorevole dell’Italia è paradossale”. Si esprime così Greenpeace rispetto alla presa di posizioone del governo italiano che, a Bruxelles, ha votato sì alla proproga per dieci anni dell'uso del glifosato. “Nel nostro Paese si protesta contro le importazioni di frumento dal Canada perché contiene residui di glifosato, ma al tempo stesso il Governo vota sì al rinnovo per irrorare i nostri campi con questo pericoloso pesticida -spiega Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura di Greenpeace Italia-. Chiediamo al governo italiano di ripensarci e di impedire un’ulteriore autorizzazione del glifosato nell’Ue, come aveva già fatto in occasione del precedente rinnovo, nel 2017". 

Soddisfazione per l'esito (o il non esito, meglio) della votazione, che di fatto stoppa ancora un'approvazione che da più parti viene data per scontata, arriva da parte di Pan Europe (Pesticide action network) e da Isde Italia, l'Associazione medici per l'ambiente. Entrambe esprimono soddisfazione per un voto “che rispetta la preoccupazione dei cittadini”. 

Un recente sondaggio Ipsos condotto in sei paesi dell’Ue (Danimarca, Francia, Germania, Polonia, Romania e Spagna), sottolinea l'Isde, ha mostrato che solo solo il 14% dei cittadini è favorevole all’uso prolungato del glifosato: quasi due terzi degli intervistati, ossia il 62%, sostengono la messa al bando del pesticida. In Italia, 75mila persone hanno firmato una petizione di Greenpeace per chiedere al governo di votare no al rinnovo e le ha consegnate nei giorni scorsi al ministero della Salute: un appello che, però, è stato però ignorato dai rappresentanti del Governo Meloni.

Secondo Gergely Simon, senior Policy officer presso Pan Europe, quello della votazione odierna è "un segnale importante" perché, dice, "risponde alle preoccupazioni della maggioranza degli europei riguardo all’impatto dei pesticidi sulla salute e sull’ambiente. Un’ampia gamma di scienziati indipendenti hanno espresso le loro preoccupazioni e i loro studi mostrano gravi effetti negativi dell’uso del glifosato. La nuova approvazione del glifosato violerebbe la legge europea sui pesticidi, secondo la quale la salute e l’ambiente dovrebbero avere la priorità. In caso di dubbio va invocato il principio di precauzione”.

“Vietare l’impiego del glifosato agevolerebbe la transizione europea verso alternative più sostenibili rispetto agli erbicidi di sintesi -sottolinea Ferrario-. Ad esempio integrando le pratiche agricole fisiche, meccaniche, biologiche ed ecologiche con la vasta conoscenza ormai a disposizione sulle piante coltivate e sulle infestanti”. 

Risponde Pan Europe. “Alternative all’uso di questo erbicida sono già disponibili” dichiarano gli esperti citando lo studio "Gestione delle erbe infestanti: alternative all’uso del glifosato" pubblicato lo scorso marzo. nel report vengono descritte le nuove metodologie utilizzate dagli agricoltori biologici, attuate integrando "le pratiche agricole fisiche, meccaniche, biologiche ed ecologiche con le ampie conoscenze acquisite sulle caratteristiche biologiche ed ecologiche delle piante coltivate e delle erbe infestanti”.

Greenpeace sottolinea che il glifosato è l’erbicida più utilizzato a livello mondiale ed europeo, e in Italia è una delle principali cause di contaminazione delle acque: mentre rimane ancora incerto se sia cancerogeno per le persone, gli impatti negativi per l’ambiente sono ormai documentati da tempo, a partire dai rischi per gli organismi acquatici. Un’agricoltura senza pesticidi eviterebbe di aumentare fenomeni di resistenza nelle piante infestanti e ridurrebbe l’erosione del suolo, oltre a proteggere la biodiversità.

“La proposta di rinnovo si basa su un processo di valutazione imperfetto e lacunoso -sottolinea Greenpeace in un comunicato- al punto che la stessa Efsa, l'Agenzia europea per la sicurezza alimentare ha riconosciuto l’esistenza di punti in sospeso e valutazioni parziali a causa della mancanza di dati sui coformulanti, cioè sugli additivi aggiunti al glifosato nelle diverse formulazioni commerciali in vendita, e sull’impatto del glifosato sulla biodiversità, sulla neurotossicità e sulla salute del microbioma”. 

“Dalle api ai pesci, dagli anfibi agli uccelli, fino a piante e alghe – sottolinea l’organizzazione ambientalista – l’esposizione al glifosato e ai suoi formulati commerciali è stata collegata a effetti negativi che possono influire sulle popolazioni e sulla biodiversità”. Intanto si attende la data del 25 ottobre quando a Bologna saranno presentati i primi dati dello studio multi-istituzionale globale sulla cancerogenicità del glifosato in occasione della conferenza scientifica internazionale “Ambiente, lavoro e salute nel 21° secolo: strategie e soluzioni per una crisi globale”, promosa dall’istituto Ramazzini.

I primi dati sulla cancerogenicità dello studio multi-istituzionale globale sul glifosato saranno presentati alla conferenza scientifica internazionale “Ambiente, lavoro e salute nel 21° secolo: strategie e soluzioni per una crisi globale“, che si terrà a Bologna il 25 ottobre. 

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EFA News - European Food Agency
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