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Electrolux, da oggi Porcia (PN) torna a 8 ore ma c'è tensione

Incontro il 30 novembre per la "riorganizzazione": scioperi su contratti di solidarietà e permessi

Doveva essere una buona notizia e, invece, anche questa sta per essere risucchiata nel gorgo della drammatica situazione degli impianti di Electrolux in Italia. Da oggi lunedì 6 novembre, infatti, scatta il ritorno alle 8 ore di produzione per lo stabilimento di Porcia, in provincia di Pordenone (leggi EFA News ). Un allungamento dell'orario e l'abbandono del regime delle 6 ore al giorno, per la fabbrica che torna al normale andamento sull'onda dell'aumento degli ordini acquisiti dallo stabilimento stesso (leggi EFA News) e che, pare, dovrebbe durare fino a tutto dicembre.

Unoi spiraglio che, però, è stato subito surclassato dalla altre notizie in arrivo dagli stabilimenti italiani, a questo punto preoccupati che, visto il prolungamento dell'orario e le nuove prospettive, non vengano bruciate inutilmente le ore dei Contratti di solidarietà, da tenere sempre in riserva dovessero tornare (o acuirsi) le drammatiche situazioni della produzione. 

Il 30 novembre è la data fissata per il primo confronto tra i vertici di Electrolux Italia e i sindacati dopo l’annuncio della nuova riorganizzazione del gruppo. Una "riorganizzazione" che, come abbiamo detto al momento dell'annuncio ufficiale della casamadre svedese (leggi EFA News) porta con sé, oltre al taglio dei costi, anche la semplificazione organizzativa, il recupero di efficienza e, soprattutto, anche altri 3 mila esuberi. Dal vertice di fine mese dovrebbe arrivare soprattutto una notizia che sta a cuore all'Italia: quale sia la quota-parte italiana delle nuove eccedenze dichiarate. 

Nonostante questo, i rapporti tra azienda e sindacati si fanno tesi. Allo stabilimento di Susegana (Treviso), a fronte della indisponibilità della direzione a concedere permessi ai lavoratori in difficoltà a causa del maltempo visto lo stop dei mezzi pubblici e la chiusura delle scuole, è scattato venerdì scorso lo sciopero di 8 ore in autotutela.

A Porcia (Pordenone), invece, non si è fatta attendere la reazione dei sindacati dopo che, sempre venerdì scorso la direzione di stabilimento ha ufficializzato a Fim Fiom e Uilm e Rsu, il no alla richiesta di sospensione dei contratti di solidarietà a cui si fa ricorso nella fabbrica pordenonese dallo scorso ottobre. Detto fatto, i sindacati hanno immediatamente proclamato un’ora di sciopero per turno e la convocazione delle assemblee con i lavoratori.

Inaccettabile, secondo Fim Fiom e Uilm, che a fronte di un numero di lavoratori assolutamente modesto (circa una decina) e a 15 uscite volontarie già pianificate a dicembre, si sprechi "un ammortizzatore sociale nato per garantire l’occupazione", come ha più volte messo in risalto il sindacato.

"Da ottobre a giugno: questo è il periodo concordato per l’attivazione dei contratti di solidarietà -sottolinea Roberto Zaami, segretario della Uilm-. Sono 9 mesi di utilizzo dell’ammortizzatore, una quota pari al 37%, che di fatto non viene utilizzata ma sprecata. Credo che il contenuto numero di lavoratori interessati dai contratti di solidarietà possa essere gestito con modalità diverse, magari riattivando la cassa integrazione. Ricordo che a Porcia lavorano 1.500 persone, e che gli ammortizzatori sociali hanno come finalità la tutela dell’occupazione, non l’abbattimento dei costi".

Rilievo dei sindacati anche rispetto ai ritardi negli interventi di completamento della linea 3, dedicata al nuovo modello di lavatrice, e nell’area di stampaggio di componenti plastici. "L’ingegnerizzazione della nuova linea è in netto ritardo -prosegue Zaami- e gli interventi di efficientamento non sono ancora stati completati". 

"Non si vede la strategia del gruppo -gli fa eco Gianni Piccinin, segretario Fim Cisl- rispetto al rilancio dello stabilimento di Porcia". L'impianto pordenonese è, insieme a Forlì, uno di quelli italiani che sta pagando il prezzo maggiore alla contrazione del mercato.

La stima di chiusura a fine anno parla di una variazione di -20% rispetto al budget, mentre per il 2024 le attese sono di 740 mila pezzi. "Eppure -ricorda Piccinin- nonostante non sia lontanissimo l’obiettivo dei 750 mila pezzi l'anno definito con il famoso accordo del 2014, Porcia continua a essere nel mirino. E si continua a parlare di riduzione di costi e possibili tagli all’organico. Mi chiedo quale sia il progetto per questo stabilimento, oltreché per le altre fabbriche Electrolux in Italia".

Nell’ultimo incontro tra azienda e sindacati è stato comunicato inoltre che, per quel che riguarda la chiusura di fine anno l'azienda ha indicato nel 15 dicembre l’ultimo giorno lavorativo: la data di rientro e il regime orario di gennaio (che, al momento, potrebbe restare sulle 8 ore) verranno ufficializzati entro la fine di novembre. Possibili, peraltro, nel periodo che va da oggi ai primi di dicembre, due giornate di chiusura collettiva, la cui conferma dipenderà dall’andamento degli ordini.

Fc - 35646

EFA News - European Food Agency
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