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Beyond Meat: il flop veg dell'anno

Fatturato a -8,9% nel terzo trimestre. Si prospetta licenziamento del 19% del personale

L'amministratore delegato Ethan Brown dà la colpa all'inflazione ma ormai incide anche una certa percezione negativa del prodotto.

E' sempre più crisi per Beyond Meat. Il colosso californiano del finto hamburger (fatto con sostitutivi vegetali della carne) ha fatto segnare il secondo trimestre in negativo: in attesa di rendere noti gli utili di luglio-settembre 2023, per questo periodo, l'azienda prevede un fatturato di 75 milioni di dollari e una contrazione dell'8,9% rispetto allo stesso trimestre del 2023. Sempre su base annuale, i ricavi netti si stimano tra il -19% e il -21%.

Alla luce di queste pessime performance, Beyond Meat taglierà il proprio personale del 19%, per un totale di 65 dipendenti. Già lo scorso anno, l'azienda californiana aveva dovuto licenziare 240 lavoratori, sulla spinta dell'inflazione e della concorrenza. Altre misure che la multinazionale sta per adottare sono la soppressione di alcune linee di prodotto, la rimodulazione dei prezzi, la riallocazione delle produzioni, la ristrutturazione delle attività in Cina.

Durante le negoziazioni pomeridiane di giovedì scorso, le azioni di Beyond Meat sono aumentate del 20%. “Avevamo previsto un modesto ritorno alla crescita nel terzo trimestre del 2023 che non si è verificato”, ha dovuto ammettere in una nota il presidente e amministratore delegato di Beyond Meat Ethan Brown.

La crisi di Beyond Meat non è un fenomeno isolato o contingente ma va inquadrata nel crollo verticale della domanda di prodotti "veg" negli Usa. Secondo la società di ricerche di mercato Circana, dall'inizio dell'anno all'8 ottobre, le vendite al dettaglio in dollari di alternative alla carne fresca, come salsicce e hamburger, sono diminuite del 21,5%. Le vendite di carne vegetale congelata sono calate del 6%.

Secondo Brown, le vendite di "carne a base vegetale" sono state danneggiate dall’elevata inflazione, che ha spinto i consumatori a riposizionarsi sull'acquisto delle più economiche carni naturali. Sul fenomeno starebbe comunque incidendo anche la percezione di aver a che fare con alimenti troppo processati e meno salutari di quanto vogliono far credere i produttori.

La crisi di Beyond Meat si riscontra in tutti i canali commerciali, dalla vendita al dettaglio, alla ristorazione. L'azienda ha cercato di rispondervi con una campagna pubblicitaria volta a stemperare le percezioni negative. Un po' meglio vanno le cose in Europa dove, a differenza del Nord America, alcuni prodotti Beyond Meat sono stati inclusi nei menu di McDonald.

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EFA News - European Food Agency
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