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Aife: redditività erba medica vale 712 euro/ettaro

Convegno dell'associazione foraggi essiccati a Ferrara, alla presenza di analisti e imprenditori

Oltre 350 persone hanno partecipato al convegno sulla Sostenibilità della filiera dei foraggi essiccati che l'Associazione Italiana Foraggi Essiccati (Aife) ha organizzato ieri presso l’Azienda Agricola dei Fratelli Lodi a Terre del Reno (FE), ospitato nelle moderne e funzionali strutture dell’azienda che ha messo a disposizione anche l’ampio spazio esterno dove i numerosi espositori intervenuti hanno potuto esporre le più innovative attrezzature dedicate alla produzione, alla trasformazione e al trasporto dell’erba medica essiccata e disidratata.

“Nel corso degli anni l’agricoltura all’interno dei Paesi della Ue ha fatto molto per diventare più sostenibile – ha affermato nel suo intervento il presidente di Aife Gian Luca Bagnara – anche se a volte si è creata una sorta di contrapposizione tra settore vegetale e zootecnia. In realtà questi comparti sono profondamente interconnessi ed è proprio su questo collegamento fondamentale per realizzare sistemi alimentari sempre più sostenibili che Aife lavora da sempre. La nostra strategia di mercato, in un quadro internazionale dove la mangimistica aumenterà la sua richiesta di prodotti completi di fibra, è quella legata al cosiddetto Schema Nazionale Made Green in Italy, una certificazione di prodotto a cui Aife sta lavorando in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Bologna, finalizzata a programmare la produzione in base alle esigenze del mercato, caratterizzando la qualità del prodotto attraverso le competenze degli operatori e le grandi opportunità offerte dall’innovazione tecnologica”.

“La riluttanza di una certa fetta di agricoltori italiani a coltivare erba medica, spesso convinti di ottenere una minore valorizzazione rispetto alla coltivazione di grano o altre colture, è sbagliata – ha scandito Angelo Frascarelli, docente di Politica agroalimentare all’Università di Perugia – Il reddito lordo dell’erba medica, in una media quinquennale e senza considerare il sostegno della Pac, arriva a 712euro/ha/anno, mentre quello derivante dalla coltivazione del grano tenero, considerate le elevate quotazioni registrate lo scorso anno, si attesta a 742euro/ha. Una differenza minima che ha un ulteriore aspetto positivo ed è quello di impattare meno sull’ambiente perché la coltivazione di erba medica si adatta a tecniche di produzione a basso consumo idrico, contribuisce alla creazione di argini naturali, allo sviluppo di corsi e riserve d’acqua. Non solo. Rispetto alle sfide racchiuse nella Pac 2023-2027 per la sostenibilità ambientale, la coltivazione dell’erba medica rappresenta un’opportunità da non sottovalutare per i vantaggi che garantisce alla biodiversità, a iniziare dall’inutile necessità di utilizzare fertilizzanti e pesticidi nei terreni ad essa dedicata. Il settore dei foraggi essiccati per il nostro Paese è strategico e senza il contributo della sua filiera l’Italia dovrebbe importare maggiori quantità di proteine vegetali derivanti principalmente da soia, nella stragrande maggioranza dei casi geneticamente modificata".

“Nell’ultimo decennio la produzione nazionale di foraggi disidratati ha registrato un incremento superiore al 58% - ha illustrato Fabio Del Bravo, dirigente presso la Direzione sviluppo rurale di Ismea – passando da 600mila a 950mila tonnellate registrate nel 2022: il 70% del totale è rappresentato dall’erba medica. A livello europeo il nostro Paese si posiziona al primo posto, insieme alla Francia, per capacità di trasformazione/impianto con una produzione media di 2.700ha/impianto superando il valore medio europeo che non va oltre i 2.000ha/impianto. Nelle diverse tipologie di prodotto il pellet di erba medica, che a livello mondiale vale circa 406 milioni di euro, piazza l’Italia al secondo posto a livello mondiale come esportatore con 54,5 milioni di euro nel 2022 pari al 14% del totale in valore".

"Gli Emirati Arabi Uniti rappresentano di gran lunga il primo importatore internazionale seguiti da Arabia Saudita e Giappone, due mercati in crescita a differenza degli Emirati dove sono state introdotte nuove politiche a favore della produzione locale che hanno rallentato i flussi di prodotto provenienti dall’estero. Sul fronte invece dei balloni di erba medica essiccata il valore a livello globale sfiora i 3,5 miliardi di euro e vede il nostro Paese quinto esportatore con oltre 120 milioni di euro nel 2022, pari a poco più del 3% del totale in valore. Oggi Giappone e Cina sono i maggiori importatori internazionali ma tutti i principali mercati registrano una forte crescita. Tutto questo – ha concluso Del Bravo – dimostra non solo che la filiera della lavorazione dell’erba medica italiana è ben organizzata e strutturata, ma che dispone di una elevata capacità di rispondere a una richiesta specifica di fibra di qualità e di ritagliarsi un ruolo di attore protagonista in un mercato che mostra contesti di grande crescita”.

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EFA News - European Food Agency
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