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Electrolux, non finiscono le difficoltà

Incontro azienda-sindacati: l'imperativo è risparmiare globalmente 900 milioni. Ma all'Italia quanto tocca?


Si è svolto a Quarto d’Altino in provincia di Venezia l’incontro tra i dirigenti di Electrolux e il coordinamento sindacale. Un incontro da cui è venuto fuori, di fatto, un solo imperativo categorico: risparmiare 900 milioni di Euro di costi nel 2024. Dall'incontro sono venute fuori anche le modalità per ottenere il risultato: anzitutto, tagliando 3 mila posti nei diversi stabilimenti del mondo, anche se la quota che spetta all'Italia non è stata ancora resa nota dalla casamadre svedese.

"Bisogna recuperare velocemente competitività attraverso l’attuazione efficiente dei piani strategici e di contenimento dei costi -riferisce l'azienda-. Il permanere e il protrarsi delle attuali condizioni e risultati renderebbero il business dell’elettrodomestico in Italia difficilmente sostenibile".

Il mercato di riferimento, infatti, secondo Electrolux, è in calo e starebbe toccando addirittura i livelli del 2013. Le previsioni per il 2024 sono in leggero calo rispetto al 2023. Bisognerà attendere l’incontro prossimo, probabilmente il 18 gennaio, per sapere quanti saranno i posti di lavoro sacrificati in Italia. 

"I nuovi esuberi derivanti dal piano globale -confermano i sindacati- si concentreranno per l’Italia sul personale indiretto di produzione, quindi prevalentemente sugli impiegati, giacché autonomi piani di riorganizzazione sulle fabbriche erano già stati lanciati negli stabilimenti nel corso del 2023 per fronteggiare i cali di produzione". Una considerazione che, di fatto, ribadisce quanto detto dalle stesse organizzazioni sindacali pochi giorni fa (leggi EFA News).

Le future eccedenze, dunque, si sommeranno a quelle residue dei piani precedenti, quantificati dall’azienda in 240 lavoratori: 163 riguardano Porcia (Pordenone) e Forlì, ma le mancanze verranno coperte dai contratti di solidarietà in corso da mesi. I vertici della multinazionale hanno comunque dichiarato la volontà di non ricorrere a licenziamenti forzosi, ma di concordare col sindacato strumenti non traumatici di gestione delle eccedenze.

I sindacati hanno approfittato dell'incontro per fare richiesta di confronti sito per sito. I temi sul tappeto sono tanti: miglioramenti delle postazioni; inserimento di lavoratori sulle linee; applicazione di automazione e di cadenzatori previsti dagli accordi; creazione di postazioni idonee per i lavoratori con ridotte capacità lavorative; adeguamento degli impianti; utilizzo equo degli ammortizzatori sociali; conteggio corretto delle uscite secondo gli accordi anche nel personale impiegatizio.

I cali di mercato preoccupano ovviamente anche il sindacato: soltanto nel settore dei frigo, che tra l'altro resiste meglio di altri comparti, l'anno prossimo i frigoriferi si fermeranno a quota 608 mila pezzi, circa diecimila in più del 2023. Dato deludente che contrasta con la migliore previsione di 750 mila frigoriferi annunciati a marzo 2023, durante la trattativa per i nuovi impianti e i 110 milioni di investimenti nello stabilimento di Susegana in provincia di Treviso (leggi EFA News).

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EFA News - European Food Agency
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