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CLARA MOSCHINI

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Toscana, ungulati fuori controllo

Densità pari al 450% in più rispetto alla media nazionale

“Serve un piano di emergenza che ristabilisca l’equilibrio faunistico. Bisogna riportare la popolazione di ungulati entro un livello di sostenibilità: dai recenti censimenti la densità di cinghiali, caprioli, daini e cervi in Toscana è pari al 450% in più rispetto alla media nazionale, raggiungendo un livello sempre più insostenibile. Ad oggi si parla di 400mila capi di ungulati, ma il numero è probabilmente sottostimato. Le soluzioni non sono le recinzioni, anche perché spesso non offrono una risposta totalmente efficace”.
A dirlo è Francesco Colpizzi, presidente dell’Unione Agricoltori di Firenze, dopo le critiche all’utilizzo, da parte di alcuni abitanti della Valdelsa, di recinzioni e reti per bloccare gli animali.

“La selvaggina, secondo la legislazione venatoria vigente, appartiene allo Stato. E gli agricoltori non vogliono essere rimborsati per i danni sofferti da selvaggina, perché vogliono che i danni alle proprie colture di questa entità non ci siano - dichiara il presidente Colpizzi -. Le nostre imprese investono, creano occupazione, svolgono un ruolo di presidio ambientale insostituibile, concorrono a valorizzare il made in Italy nel mondo. Gli agricoltori farebbero volentieri a meno di costellare le loro proprietà di barriere, ma, vista la mancanza di volontà del legislatore, si devono forse vedere rovinare la propria produzione?”.

“Gli ungulati - continua il presidente dell’Unione agricoltori di Firenze - creano danni enormi ai vigneti ed agli uliveti in Chianti, agli orti nella Piana, ai campi di mais nel Mugello. Le imprese agricole non possono e non vogliono abdicare alla loro funzione produttiva e imprenditoriale lasciando alle prossime generazioni un ambiente rurale di tipo pastorale. Ma non possono neanche soffrire ogni anno danni di milioni di euro”

red - 37123

EFA News - European Food Agency
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