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Carni suine: Giappone riapre all'import italiano

Via libera a prodotti sottoposti a trattamento termico per i primi due stabilimenti

In Emilia-Romagna si parte con il prosciutto cotto. Assessore Mammi: "Ora lavoriamo per sdoganare anche i salumi crudi stagionati".

Via libera all’export in Giappone di carni suine e salumi sottoposti a trattamento termico per i primi due stabilimenti italiani. In Emilia-Romagna si parte con il prosciutto cotto dell’azienda Parmacotto. La riapertura delle frontiere segue l’accordo di maggio 2023 tra i servizi veterinari del ministero della Salute italiano e quelli del Ministry of Agriculture, Forestry and Fisheries giapponese sui requisiti sanitari necessari per la rimozione del bando dovuto alla Peste suina africana.

“Un risultato importante - afferma l’assessore regionale all’Agricoltura e alimentazione Alessio Mammi - per il sistema italiano e per l’intero sistema delle Denominazioni di origine protetta dell’Emilia-Romagna. Secondo il rapporto Ismea Qualivita 2023 le Dop derivanti da carne suina nella nostra regione valgono quasi 1,5 miliardi di euro, oltre a tutta la restante produzione”.

“Il tema dell’export delle carni suine - prosegue Mammi - è stato il primo punto che abbiamo portato all’attenzione delle autorità italiane in Giappone nel corso dell’ultima missione istituzionale che la Regione ha fatto nel paese asiatico nei mesi scorsi. Ora lavoriamo perché ci sia attenzione e apertura anche per i salumi crudi stagionati, in particolare prosciutti stagionati oltre i 400 giorni”.

L’accordo è partito dall’impegno dell’ambasciata d'Italia a Tokyo e del Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste che ha consentito di creare condizioni negoziali favorevoli basate sull'evidenza scientifica.

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EFA News - European Food Agency
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