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Pasta: Italia invasa dal grano duro russo e turco nel 2023

Centro Studi Divulga mette in luce anche l'impennata delle merci dall'Ucraina (+150%)

L’Italia è stata invasa nel 2023 da un’ondata di grano duro russo (+1164%) e turco (+798%), mai registrata nella storia del nostro Paese, che ha fatto calare in maniera significativa le quotazioni del grano italiano. È quanto emerge da un’analisi pubblicata dal Centro Studi Divulga all’interno del paper “Mari in tempesta”, approfondimento sull’impatto delle guerre in corso sul sistema agroalimentare.

Nel nostro Paese lo scorso anno si è registrato un considerevole aumento (+130% su base tendenziale) delle importazioni di grano duro proveniente da Paesi Extra-Ue. A trainare questa crescita l’import di frumento duro proveniente appunto da Turchia e Russia, divenute rispettivamente secondo e terzo fornitore italiano, precedute da Canada +83% (che resta primo fornitore) e Kazakhstan +164%. Dati rilevanti per l’import di grano duro dalla Russia, che con più di 400mila tonnellate (+1164% rispetto a prima della guerra) è diventato nel 2023 il terzo fornitore del nostro Paese dopo Canada e Turchia.

La situazione, in base all’analisi del Centro Studi Divulga su dati Ismea ed Eurostat, è cambiata radicalmente a partire dal mese di luglio. Da quel momento, infatti, su un totale complessivo di 1,1 milioni di tonnellate di grano duro importate in Italia da Paesi Extra Ue (81% delle importazioni complessive europee), il grano duro turco rappresenta il 37% mentre quello russo il 31,4%.

La forte crescita delle importazioni da questi Paesi ha determinato evidenti riflessi sulle quotazioni interne: a partire da luglio, infatti, i prezzi del raccolto italiano 2023 sono calate in maniera significativa. A gennaio 2024 le quotazioni registrano un calo di oltre 70 euro a tonnellata rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Se consideriamo invece le quotazioni registrate nel mese di giugno 2022 e pari a 577 euro/tonnellata i prezzi del frumento duro nazionale hanno subito un calo di circa 190 euro a tonnellata, pari a oltre il 33%. Gli arrivi dai Paesi Extra-Ue si sono moltiplicati proprio in concomitanza della fase di raccolta del grano italiano e dell’avvio della nuova campagna di commercializzazione.

Sempre dal paper "Mari in tempesta", emerge che l'Italia ha aumentato in maniera importante le importazioni di prodotti agricoli da Ucraina (+150%) e Russia (+9%) nei due anni del conflitto. Crescite sostenute si rilevano per i cereali dall’Ucraina, in particolare grano tenero (+260%), mais (+230%) e orzo (+128%), ma a crescere sono anche gli arrivi di carni avicole (oltre 700 tonnellate complessive), semi di girasole (+368%) e soia (+108%). In crescita anche le importazioni dalla Russia di olio di girasole (+298%) e barbabietola da zucchero (+33,9%).

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EFA News - European Food Agency
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