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Guerra Prosek-Prosecco, la Croazia non ci sta

"La questione è ancora in mano alla Commissione Ue", dice il ministro dell'Agricoltura croato

La questione europea (e italiana) del Prosecco e del suo omonimo, diciamo così, il Prošek croato non è finita con l'approvazione il 28 febbraio a Bruxelles della riforma alle norme Ue che regolano la protezione delle indicazioni geografiche per il vino e le bevande spiritose (leggi EFA News). Di fatto, come fa rilevare il Consorzio tutela del Prosecco Doc, la riforma prevede lo stop alla registrazione di menzioni tradizionali identiche o che richiamino nomi di Dop e Igp, proprio come nel caso del Prošek croato. Il ministro croato dell'Agricoltura e dello sviluppo rurale Marija Vučković, però, non ci sta e in un comunicato specifica quale sia la posizione del Paese in questo affaire che sembrerebbe complicarsi anziché risolversi definitivamente. 

“Il governo della Repubblica di Croazia difende la sua posizione -sottolinea il ministro Vučkovic-. I negoziati sono stati di particolare importanza per la Repubblica di Croazia a causa delle possibili ripercussioni dell’accordo raggiunto sul caso di protezione del tradizionale Prošek a livello dell’Unione Europea".

"È importante sottolineare -aggiunge il ministro croato- che il testo adottato il 28 febbraio è diverso dalla posizione adottata dal Parlamento europeo il giorno precedente. Inizialmente la posizione negoziale del Parlamento europeo conteneva alcune disposizioni sfavorevoli per la Repubblica di Croazia nel contesto della decisione su un caso separato di registrazione del TI Prošek, che secondo la parte italiana danneggerebbe la vendita e la reputazione dello spumante Prosecco". "Pertanto -prosegue-, il Parlamento europeo, nonostante i diversi sforzi di alcuni deputati croati, ha apportato modifiche alla proposta originale del regolamento della Commissione europea, come vietare la commercializzazione di prodotti il cui nome suggerisce anche un altro prodotto e ha ampliato significativamente l’interpretazione del concetto di omonimia, per cui anche una somiglianza approssimativa nel nome precluderebbe la protezione di un prodotto specifico a livello dell’Ue. Inoltre, la posizione iniziale del Parlamento europeo prevedeva l’applicazione retroattiva delle nuove norme, in modo che potessero essere applicate anche al processo di protezione di Prošek, su cui l'Ue lavora da più di un decennio".

"La Croazia -sottolinea il ministro dell'Agricoltura croato- a tutti i livelli ha difeso la propria posizione esclusivamente con argomenti giuridici e di principio, senza entrare nelle questioni di ogni singolo caso, sottolineando piuttosto l’inammissibilità dei tentativi di ottenere particolari interessi attraverso i procedimenti giuridici generali dell’Ue. In relazione alla procedura per la protezione del nome tradizionale Prošek, va notato che la procedura è ancora nelle mani della Commissione europea, la quale, dopo aver ascoltato entrambe le parti e studiato tutte le argomentazioni e obiezioni, dovrebbe prendere una decisione durante quest'anno e sottoporlo al voto degli Stati membri".

"La Croazia -si legge ancora- ha presentato il riconoscimento dell’espressione tradizionale Prošek come parte dei suoi requisiti negoziali nell’ambito dei negoziati per l’adesione all’Unione europea. Nel dicembre 2013 il ministero dell’Agricoltura, ovvero il governo della Repubblica di Croazia, ha presentato ufficialmente alla Comission europea una richiesta per la protezione del TI Prošek. Nell’ottobre 2021 è stato istituito il Consiglio di Prošek con lo scopo di fornire assistenza professionale e legale in tutte le questioni relative a questa questione".

"L’accento -aggiunge Vučkovic- è stato posto sulla dimostrazione della giustificazione professionale e storica della richiesta di protezione del termine Prošek, e sono state raccolte e presentate le prove letterarie, linguistiche e tradizionali del suo uso e produzione a lungo termine nelle regioni costiere della Repubblica di Croazia. Nello stesso anno la Commissione europea ha completato anche il primo iter amministrativo di verifica della domanda per il riconoscimento dell’espressione tradizionale Prošek e, di conseguenza, ha approvato la domanda come fondata e giustificata. La procedura di reclamo è stata aperta con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Ue". 

"Nell’ambito di questa procedura -conclude-, la Commissione europea ha ricevuto più di un centinaio di reclami da parte di vari stakeholder italiani, che sono stati inoltrati al ministero dell’Agricoltura secondo la procedura. Tutti sono stati tradotti e analizzati nel dettaglio nell’ambito delle attività del Prosecco Council, e ad ognuno di essi è stata data una concreta risposta giuridico-linguistica. In tal modo, sono stati analizzati precedenti casi di registrazione di prodotti protetti e tutta la pertinente prassi giudiziaria precedente dell’UE. La documentazione completa è stata presentata entro il termine indicato alla Commissione europea, a cui spetta la decisione finale”.

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EFA News - European Food Agency
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