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CLARA MOSCHINI

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La pesca sul lago Trasimeno diventa presidio Slow Food

Presentato stamattina a Perugia il nuovo riconoscimento all'Umbria per la millenaria attività ittica

Si è tenuta questa mattina a Perugia la presentazione del progetto di salvaguardia della pesca tradizionale del Lago Trasimeno che entra a far parte della famiglia dei Presìdi Slow Food dell’Umbria. "La nostra è una pesca passiva: stendiamo le reti e aspettiamo che il pesce, muovendosi, rimanga imprigionato nelle maglie: funziona così da tremila anni, da quando l’uomo ha cominciato ad abitare le coste del nostro lago e a uscire in barca", spiega Aurelio Cocchini, pescatore da quarant’anni, referente dei produttori. Il Presidio Slow Food della pesca tradizionale del lago Trasimeno è finanziato da CAF America grazie a FedEx.

Il Trasimeno è un bacino d’acqua dolce particolare, caratterizzato da una profondità media che non raggiunge i cinque metri: un lago che soffre la scarsità d’acqua (in questi giorni il livello è oltre un metro più basso dello zero idrometrico), ma dove il pesce non manca.

"L’opportunità di diventare Presidio Slow Food -sottolinea Guido Materazzi, un altro dei pescatori coinvolti nel progetto- arriva in un momento storico importante, in cui il mestiere del pescatore ha necessità di coniugare tradizione e innovazione, buone pratiche e sostenibilità economica".

"Il Presidio -aggiunge Ivo Banconi, presidente della Cooperativa Stella del Lago, che aderisce al presidio- è un ulteriore tassello verso la giusta condivisione di strategie comuni a salvaguardia dell’ambiente, nell’intento di preservare quell’immagine lasciataci in eredità da chi ha dato al lago la sua vita".

Persico reale, carpa, pesce gatto, latterino, tinca, persico-trota, anguilla e capitone sono le specie ittiche comprese nel disciplinare che regola il Presidio Slow Food e sono, soprattutto, le protagoniste del lago. "A seconda di quale pesce si vuole pescare si utilizzano reti con maglie più o meno larghe -aggiungono i pescatori-. La carpa viene pescata con una maglia di 90-100 millimetri, mentre per specie più piccole si adoperano maglie che vanno dai 25 ai 40 millimetri". L’imbarcazione tradizionale con cui si pesca è stretta e lunga, poco più di un metro per cinque e mezzo, e ha il fondo piatto perché, un tempo, le attività di pesca si svolgevano perlopiù nelle vicinanze delle coste e nei canneti. Ma oggi si pesca anche al largo, dove le onde possono rendere difficile manovrare la barca.

"Siccome la nostra è una pesca di attesa, non aggressiva, risulta anche altamente sostenibile -spiega Cocchini-, ed è pressoché impossibile che l’attività si intensifichi al punto da intaccare le riserve di pesce nel lago. Per lo stesso motivo, però, è anche fortemente imprevedibile: non posso prevedere di che cosa rifornirò i ristoranti, i negozi o la nostra locanda, perché non ho certezza di che cosa pescherò. Se, da un lato, questo rappresenta un handicap economico, dall’altro nasconde un vantaggio: quello di non rischiare di mettere in crisi gli stock ittici, la nostra fonte di lavoro e di sostentamento".

I pescatori professionisti attivi sul lago Trasimeno oggi sono una cinquantina, la maggior parte dei quali aderiscono a due cooperative. "Negli ultimi tempi l’età media si è abbassata parecchio -prosegue Cocchini-. Merito di tanti giovani che, faticando a trovare un lavoro in altri settori a causa della crisi economica, si sono avvicinati al mondo della pesca". 

"L’adesione di nuovi giovani pescatori -spiega Cinzia Borgonovo, referente Slow Food del Presidio e fiduciaria di Slow Food Perugia- ha ridato entusiasmo e motivazione a raccontare il pesce di lago nel territorio e a farlo conoscere anche ai più giovani. Come Slow Food, ci è sembrato giusto aiutarli a sostenerne l’impegno e lo sforzo".

Sarà fondamentale la collaborazione con le comunità del territorio lacustre, anche per il recupero delle ricette tradizionali e la loro riproposizione. "Noi, per parte nostra -conclude la presidente Slow Food Umbria, Monica Petronio- saremo felici di contribuire a valorizzare le ricette di cucina (tradizionali e moderne) legate al pescato, non sempre di facile esecuzione per chi non è originario di questi luoghi, ma di sicuro gradimento per il consumatore e per il turista, anche grazie alla collaborazione che abbiamo avviato con gli istituti alberghieri di tutta la regione, che coinvolgeremo subito nel progetto. I ragazzi, sia gli aspiranti cuochi che il personale di sala, potranno mettersi alla prova confrontandosi direttamente con i pescatori e i professionisti della ristorazione lacustre, e sicuramente con il loro sguardo e la loro fantasia sapranno ricambiare quanto impareranno dalle generazioni che li hanno preceduti".

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EFA News - European Food Agency
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