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L'italiana Awp aiuta la Cina a combattere la peste suina

Intervista esclusiva di EFA News a Paolo Cristofori fondatore e ceo dell'azienda emiliana di food per animali

In Cina, il problema della peste suina per l'industria della carne è una problematica che affligge il Paese da anni e che sta avendo una recrudescenza difficilmente controllabile. Secondo i dati di marzo 2024 dell’Ufficio nazionale di statistica cinese, la produzione di carne suina nel 2023 è stata pari a 57,94 milioni di tonnellate, il 5% in più su base annua. Una crescita determinata da un aumento della macellazione (con un eccesso di offerta sul mercato interno) e da una riduzione dei margini di produzione, che portano ad un aumento dei tassi di abbattimento. Per stabilizzare la produzione, il ministero dell'Agricoltura e degli Affari Rurali (Mara) ha recentemente rivisto il piano di attuazione per il regolamento sulla capacità di produzione di suini, adeguando il numero obiettivo nazionale di scrofe riproduttrici da 41 milioni di capi a 39 milioni di capi: il numero di scrofe sarebbe già in declino, tra il 5% e il 7%, nei due anni 2023 e 2024 (vedi articolo EFA News).

La situazione riflette il problema che affligge la Cina almeno quando si parla di allevamenti: la Asf, lal African swine fever, la peste suina che decima polli e suini, di cui il paese è grande allevatore e consumatore. Proprio l'Italia, però, è andata in aiuto al Paese agendo sulla farmacopea e sul cibo. Lo ha fatto un'azienda emiliana, di Castelnuovo Rangone (Modena). Si chiama Awp, Animal wellness products ed è stata fondata, e oggi è diretta, da Paolo Cristofori, attuale amministratore delegato. È stato lui con la sua azienda da 8 milioni di Euro di fatturato a tendere la mano agli allevatori cinesi: la sua azienda oggi è considerata dagli esperti cinesi una punta di diamante per combattere l'infezione.

Noi -spiega Cristofori- produciamo degli additivi: sono prodotti concentratissimi che vengono messi dentro al mangime: in una tonnellata di mangime ci sono circa 100/150 grammi del nostro prodotto. Sono additivi che servono per aumentare le difese immunitarie, hanno una forte attività antiossidante e antimicrobica: lo scopo è quello di ridurre l'uso degli antibiotici sia come prevenzione che come trattamento. Sono indirizzati a polli, suini, conigli, principalmente poi per certi mercati per esempio Medio Oriente anche per gli ovini. Negli ultimi due anni non solo in Cina ma anche nelle Filippine e in Vietnam c'è stato il problema dell'African swine fever, la Psa, che procurava mortalità altissime con perdite enormi: col nostro prodotto siamo riusciti a limitare questo fenomeno e queste perdite economiche. In Vietnam e Cina, con i nostri prodotti, siamo passati da una mortalità del 30% è scesa al 7-8%”. 

Come tiene a osservare Cristofori, tutto viene prodotto nello stabilimento modernissimo a Crevalcore, attrezzato con le ultime tecnologie esistenti sul mercato nel 2019. “Siamo l'unica azienda nel mondo che produce sacchi da 20 chili sottovuoto - sottolinea il manager-. In pratica, diventano come dei pacchi di caffè: questo per garantire freschezza e più lunga durata”. L'attuale Mix-Oil, il prodotto di punta, "è il risultato di 20 anni di ricerca e innovazione. Mix-Oil è costituito interamente da fito-molecole selezionate con spiccate attività biologiche. Grazie all'attenta selezione degli ingredienti basata sulla nostra esperienza e sulle evidenze scientifiche, può essere considerato un additivo nutrizionale multifunzionale per tutti i tipi di alimenti/mangimi. Il PET.Mix-Oil consiste in una miscela selezionata di fito-molecole che, insieme ai loro metaboliti secondari, possono essere considerate fito-ionofori con un meccanismo d'azione antimicrobico simile a quello degli antibiotici ionofori (es. monensin, lasalocid)".

“Dal 2007 -racconta Cristofori- siamo presenti in Cina, con un ufficio di rappresentanza a Beijing a partire dal marzo 2023, producendo prodotti destinati al mercato cinese che, in passato, erano considerati troppo avanzati e tecnologici. I nostri prodotti principali sono gli additivi per mangimi concentrati, utilizzati per migliorare le difese immunitarie, agire come antiossidanti e antimicrobici, con una proporzione di 150 grammi per ogni tonnellata di mangime finale. La nostra attività si concentra sugli animali da reddito come polli, suini, bovini e api, adattandoci alle diverse culture e pratiche di consumo di ogni paese".

"Negli ultimi due anni -prosegue il manager- abbiamo affrontato la problematica della febbre suina in Cina, Filippine e Vietnam, riuscendo a ridurre la mortalità dal 30% all'8-7% in questi paesi grazie ai nostri prodotti”. Non è un caso, dunque, che il fatturato sia diviso tra un 65% proveniente dall'Asia (5% Cina), un 15% dal Medio Oriente, un 10% dalle Americhe e il restante 15% dall'Europa.

Le prospettive? “Ci siamo dati come target di sviluppare al meglio i paesi potenzialmente forti dove noi già operiamo: Brasile, Cina, India dove la popolazione animale, sia dal punto di vista di animali da reddito che pet, è qualcosa di veramente grande. Il target 2024 a livello di fatturato è superare 10 milioni di euro, per poi seguire lo stesso trend almeno per due tre anni”. Non è tutto. “L'obiettivo finale -aggiunge Cristofori- è quello di produrre ritrovati che rispondano alle continue richieste del mercato che richiede qualità, antibiotic free e sostenibilità. Grazie all'iniezione di capitale da parte di Cherry Bay Capital, stiamo puntando sull'innovazione con il lancio di 3-4 prodotti nuovi e stiamo valutando partnership con aziende che possano completare il nostro assortimento, mantenendo stretti contatti con diverse realtà sia italiane che estere: almeno 2 o 3 sono potenzialmente sinergiche”.

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EFA News - European Food Agency
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