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Regiome Marche gli stakeholder del vino pensano al futuro

Ieri a Vinitaly convegno "Radici profonde, visioni future: l’evoluzione del vino marchigiano"

"Radici profonde, visioni future: l’evoluzione del vino marchigiano" è il titolo del convegno di ieri a Vinitaly nel corso del quale l’assessore regionale all’Agricoltura ha sottolineato che il vino può essere un traino per il territorio, a partire dalla qualità delle produzioni fino all’enoturismo, grazie alla capacità attrattiva che i marchigiani possono migliorare, facendo leva sugli alti standard di servizio, driver vincente. È la forza del made in Marche e dell’artigianalità celebrata nella prima Giornata nazionale del made in Italy.

Il grande punto di forza dei vini marchigiani è la qualità: lo conferma l’enologo Roberto Potentini con un dato: "Nei primi 10 posti dei vini più premiati d’Italia ci sono tre etichette marchigiane. Dobbiamo ora saper diversificare". L’attenzione al vigneto Marche deve concentrarsi anche per garantire il passaggio generazionale e tutelare le superfici "perché se scendiamo sotto i 17mila ettari vitati perdiamo automaticamente lo status di regione vinicola, che significa perdere attenzione e aiuti per la promozione".

Chi ha saputo perfezionare il ricambio generazionale è ad esempio un'azienda di Ripatransone (Ascoli Piceno): "Il futuro passa dalla formazione e dall’innovazione, soluzione che ritengo indispensabile per contrastare i cambiamenti climatici", afferma Marta Cocci Grifoni. Gianluca Garofoli invece, quinta generazione di una cantina di Castelfidardo (Ancona), è dal 2006 in azienda: "Oggi le minacce arrivano dal mondo anti-alcol e come azienda cerchiamo di capire come evolverci e quali risposte dare ai consumatori futuri: gli americani bevono meno, in Italia non c’è più il consumo quotidiano e questo porta a diversi tipi di scelte. Ritengo comunque importante l’esperienza enoturistica, lo storytelling, così da far capire cosa c’è dietro a una bottiglia di vino", commenta.

Dal 1999, anno di costituzione, a oggi, l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (IMT) ha avuto una crescita dimensionale che è passata dai 19 fondatori agli attuali oltre 500 soci, con una concentrazione sulle prime 10 aziende che rappresentano il 75% della produzione commercializzata. "L’importanza dell’azienda familiare è fondamentale, perché quella del vino è un’attività di business che richiede molto tempo per il rientro, non bastano pochi anni - riconosce il presidente di IMT, Michele Bernetti -. Per il futuro non abbiamo timore: siamo una regione un po’ chiusa, forse per il carattere che contraddistingue i marchigiani, molto dediti al lavoro e meno alla comunicazione. E per questo ritengo che qualche innesto esterno potrebbe essere interessante per tutti quanti".

Anche per Simone Capecci, presidente del Consorzio Vini Piceni, il futuro è nelle mani dei giovani, "che gestiscono i social e sono un nuovo modo di comunicare, più immediato. Sarà fondamentale per noi, che abbiamo seguito la vocazione al biologico e ai vitigni autoctoni come punto di forza". Per Eleonora Marconi, wine maker, "la strategia è quella di favorire la sinergia fra le aziende, il dialogo fra imprenditori e giovani. Siamo le Marche e quando facciamo le cose insieme sappiamo brillare come un diamante". 

Nel pomeriggio nello stand delle Marche si è svolto anche il convegno "Sibillini Italy Experience: dall’ambiente all’enoturismo", organizzato dall’Associazione Sibillini Mountain Experience.

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