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CLARA MOSCHINI

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Vigne e cantine spingono sull'innovazione: presentato a Vinitaly studio Ismea

La ricerca attesta come cresca la propensione ad investire anche nei prossimi 5 anni

Le incertezze del quadro economico e geopolitico mondiale, tra crisi sanitarie e climatiche, non hanno spento la voglia di innovazione delle aziende vitivinicole italiane. Anzi. Tre su quattro, nel quinquennio 2017-2021 hanno investito per rinnovare le strutture e ammodernare impianti e processi: una percentuale ancora maggiore, pari al 78%, si è dichiarata propensa a investire anche nei prossimi 5 anni, nonostante la situazione resti piuttosto critica sul piano degli equilibri dei rapporti internazionali.

È quanto emerso dallo studio sull’innovazione nel settore vitivinicolo, realizzato da Ismea nell’ambito delle iniziative della Rete Rurale Nazionale della Pac e presentato al Vinitaly in occasione del Convegno “L’innovazione come motore della competitività e della sostenibilità della filiera vitivinicola: l’approccio delle cooperative”. L’indagine, condotta nel 2022 su un campione di 197 aziende vitivinicole e approfondita con focus group presso alcune realtà cooperative del settore, ha evidenziato anche la presenza di ostacoli alla realizzazione di investimenti nell’innovazione. Tra questi, la ridotta dimensione delle imprese (45%), l’incertezza sui benefici degli investimenti (25%), il quadro di instabilità del mercato (24%), le difficoltà di accesso al credito (22%) e ai fondi comunitari (22%) e l’onerosità degli investimenti (22%).

Gli investimenti hanno puntato soprattutto sulla tecnologia, con l’introduzione in azienda di nuove soluzioni agritech e di applicazioni di agricoltura digitale: il 38% delle aziende ha dichiarato di avere investito nella sensoristica per il monitoraggio e la gestione delle colture e per l’ottimizzazione degli input, oltre che in sistemi di monitoraggio da remoto o di prossimità con l’impiego di droni, in robot e altri macchinari per l’automazione, in software gestionali amministrativi e di supporto alle attività tecniche e agronomiche. 

L‘aspetto organizzativo, sempre in relazione agi investimenti, ha riguardato il 18% delle imprese, che hanno sviluppato anche modelli basati su reti di impresa e introdotto in azienda piani di ricerca e sviluppo, mentre il 7% ha optato per investimenti a livello di prodotto/processo, compresa l’introduzione di nuove tecniche di lavorazione del suolo, l’irrigazione, la concimazione, la gestione dei reflui aziendali o l’introduzione di nuove varietà, oltre all’attivazione di canali di vendita diretta, fisici e on line.

Tra le innovazioni che orienteranno gli investimenti nel prossimo futuro trovano spazio la genetica, con lo sviluppo di nuove varietà resistenti e tecniche di evoluzione assistita in campo (TEA), ambiti ritenuti dagli imprenditori intervistati fondamentali per il futuro della vitivinicoltura, anche in vista dell’introduzione di nuove normative a livello europeo per la riduzione dell’utilizzo della chimica in vigneto. Rimarrà alto l’interesse verso la sensoristica avanzata, con l’Internet of Things (IoT) già attualmente in uso, che sarà di supporto alla gestione quotidiana del vigneto nell’immediato futuro, soprattutto in affiancamento all’automazione e all’informatizzazione. Emerge anche l’interesse a investire in soluzioni di intelligenza artificiale da impiegare nei processi produttivi aziendali e in campo, per lo studio e l’analisi dei dati in ottica predittiva e di riduzione degli sprechi.

Ma la grande trasformazione che sta avvenendo sul piano legislativo, della localizzazione delle produzioni, del mercato e della domanda di vino (stili di vita, approcci al cibo, gusti e nuovi modelli di consumo), spinge a considerare l’innovazione non solo sul piano tecnologico, ma anche come elemento di supporto per le analisi dei flussi commerciali e lo studio del consumatore e del mercato, mediante sistemi di data analysis e applicazioni nel campo delle neuroscienze e del neuromarketing.

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EFA News - European Food Agency
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