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Logistica, scatta l'ora dei retroporti del Nord Ovest

Per la prima volta al convegno "La Corona Padana" coesione nella macroregione Liguria, alessandrino, tortonese e astigiano

L’ora dei retroporti: il Nord-Ovests copre la necessità di un sistema logistico. È questo, in poche parole, quanto emerso con una chiarezza senza precedenti ieri a Genova, al Convegno “La Corona Padana” organizzato dalla Fondazione Slala. La riunione di addetti ai lavori era chiamata a delineare non una singola area, ma un network di aree portuali nella fascia da Alessandria a Rivalta Scrivia, in grado di diventare davvero (dopo anni di polemiche) il polmone della portualità ligure.

Per la prima volta il convegno di Genova ha segnato una coesione e una concordanza di intenti destinata a estendersi a tutta la macroregione del Nord-Ovest, a partire dai territori dell’Alessandrino, del Tortonese, dell’Astigiano.

Al centro del dibattito, uno studio condotto dalla Fondazione Slala in collaborazione con il Centro di analisi Giuseppe Bono. Studio che non ha mancato di evidenziare ancora molti problemi irrisolti, come quello di uno shuttle stradale o ferroviario dei container fra porti e retroporti. Navettamento che, sommato alla rottura di carico e alla duplicazione della movimentazione, garantisca l’efficienza e la competitività economica di quello che, secondo le previsioni, cesserà di essere un sistema portuale per diventare un sistema logistico integrato.

Ma dal convegno che si è svolto ieri a Genova e che ha polarizzato le opinioni di operatori e amministratori pubblici, è emersa con tutta evidenza una necessità di fondo: proprio in presenza di investimenti per 6 più altri 7 miliardi di Euro in grandi opere infrastrutturali (a partire dalla Diga del Porto di Genova sino ad arrivare al Terzo Valico ferroviario Genova-Milano) è oggi indispensabile alzare l’asticella dell’analisi varando, come hanno sottolineato gli esperti, "un vero piano logistico che coordini gli interventi sul territorio e che, come nel caso del Terzo Valico, scongiuri l’eventualità di una sua entrata in servizio senza che siano realizzati in contemporanea i quadruplicamenti di linea da Novi per Milano e Torino, opere ancora al palo".

Il convegno “La Corona Padana” ha evidenziato sia il tema dimensionale delle opere in corso di realizzazione, sia quello relativo alla necessità di garantire anche la realizzazione di interventi solo apparentemente minimi (in relazione alla magnitudo delle grandi infrastrutture) ma determinanti per la fluidità dei traffici e l’efficienza del sistema logistico. 

È stato il viceministro Edoardo Rixi a ricordare, fra l’altro, come queste opere, che fanno del quadrante di Nord-Ovest, la seconda area al mondo (dopo la Cina) per l’utilizzo di talpe per la realizzazione di gallerie e tunnel, siano destinate a generare un contributo di 8 miliardi al pil nazionale e 180.000 posti di lavoro. Infrastrutture indispensabili per un mercato in continua evoluzione in cui il ruolo di grandi gruppi come Amazon che fanno passare al 100% le merci con destino e provenienza l’Italia attraverso i porti del nord Europa, escludendo sia quelli del Tirreno che quelli dell’Adriatico.




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