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CLARA MOSCHINI

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Confcooperative, timori per la trasformazione in Spa di Terre d’Oltrepò

Carrara: il piano deve essere portato avanti "nel pieno consenso e consapevolezza della base sociale"

“Esprimiamo forte preoccupazione per le recenti decisioni che coinvolgono la cooperativa Terre d’Oltrepò. La cooperazione deve agire come strumento a sostegno dei viticoltori, delle loro imprese e del loro reddito. Oggi, alla luce dei fatti, non sappiamo se accadrà". Così Giovanni Carrara, presidente di Confcooperative Milano e dei Navigli in merito alla notizia di trasformare la cantina cooperativa Terre D’Oltrepò in una S.p.a.

"Riteniamo -prosegue Carrara- che il piano di costituire una S.p.a., seppur controllata dalla cooperativa, debba essere portato avanti nel pieno consenso e consapevolezza della base sociale. Il tema sta nel proteggere il valore dell’impresa cooperativa e il lavoro dei viticoltori dell’Oltrepò Pavese”.

“I soci -aggiunge Carrara- devono poter comprendere a fondo gli obiettivi della nuova S.p.a, gli asset trasferiti e il loro valore, certificato da una perizia giurata ascrivibile, sia civilmente che idealmente, alla proprietà di tutti i soci. Oltre agli aspetti burocratici e amministrativi, vi è una dimensione strategica e di governance cruciale per la filiera vitivinicola lombarda, che Confcooperative ha finora tutelato con la sua rigorosa attività di rappresentanza, vigilanza e controllo. L'ampliamento della base sociale, anche tramite nuovi soci finanziatori, è accettabile e talvolta necessario, ma deve preservare la partecipazione, la trasparenza e il valore mutualistico costruito nel tempo attraverso la forma cooperativa”.
 
“Non vogliamo entrare nel merito delle strategie aziendali della cantina di costituire una S.p.a. -ribadisce Carrara-, di questo si sta occupando Fondosviluppo, socio sovventore di nostra espressione, tuttavia non possiamo non lanciare un segnale di allerta, condivisa anche da altri stakeholder, guardando alle crescenti tensioni imprenditoriali, economiche e mediatiche, frutto delle note e complesse vicende della cantina, dalle indagini giudiziarie ai repentini cambi di governance e di strategia, fino a quest’ultimo progetto”.

“Crediamo di interpretare la preoccupazione di numerosi portatori di interesse -conclude Carrara- per questo attendiamo elementi concreti che ci consentano di proseguire a svolgere il comune lavoro nel rispetto dei reciproci ruoli” ha concluso il presidente di Confcooperative Milano e dei Navigli.
 
 

 
 
 
 

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