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"Ci sta!": Sanbittèr lancia la sua nuova campagna

Punta su intercalare intergenerazionale che mette d'accordo tutti

Lo usano in tanti, spesso senza nemmeno ricordare quando hanno iniziato: dall’aperitivo con i colleghi alla chat tra amici, passando per lo shopping e la pausa pranzo, “ci sta” è l’espressione che si è fatta spazio nel parlato di tutti.

 Il momento che più “ci sta” nella giornata? Organizzare una cena con gli amici batte perfino il piacere di una giornata di ferie.C’è chi lo dice mentre organizza un aperitivo (52%), chi lo scrive in chat (65%), chi lo pronuncia al ristorante (59%) o lo sussurra con un sorriso durante lo shopping (54%). C’è chi poi lo usa a lavoro (44%) o all’università (53%), e chi lo evita solo in contesti più formali, come un colloquio (66%) o un incontro con persone appena conosciute (58%). “Ci sta” è molto più di un semplice modo di dire: è un’espressione che attraversa le generazioni, da Gen Z e Millennial fino agli adulti under 50, trasformandosi in un vero e proprio codice relazionale condiviso.

È quanto emerge da un’indagine condotta con metodologia Swoa (Social Web Opinion Analysis) su un campione di 1.200 italiani, attraverso il monitoraggio di blog, forum e social network per analizzare linguaggi e abitudini comunicative. L'indagine è stata promossa da Sanbittèr in occasione della nuova campagna di comunicazione che celebra il “Ci Sta” come espressione di positività e inclusione, facendo leva proprio sull’evoluzione del linguaggio. Lo studio ha rivelato come il “ci sta” sia oggi il nuovo “ok” per 1 italiano su 4, subito dopo il più classico “si” (27%), ma con una marcia in più: è più inclusivo e capace di trasmettere complicità (56%), spensieratezza (54%) ed empatia (60%).È un’espressione che si usa con gli amici (68%), con i compagni di studio (63%), con il partner (60%) o con i coinquilini (55%), perché appartiene a quel linguaggio spontaneo e condiviso che nasce dove c’è confidenza e autenticità.

Eppure, oltre il 61% dichiara di non sapere nemmeno quando ha iniziato a usarlo: una locuzione che si è fatta spazio nel linguaggio quotidiano senza bussare, diventando un riflesso della socialità contemporanea.Ma non solo: il 67% degli italiani lo usa quando viene coinvolto in qualcosa di divertente, il 61% quando riceve una proposta che piace, il 57% quando qualcosa sembra una buona idea. È il modo per dire "sono d’accordo", ma con un tono più caldo, più vicino, più sociale. E per un italiano su due (44%) è diventato un pilastro della comunicazione quotidiana, tanto che non eviterebbe mai di usarlo neanche nei contesti più inaspettati, e una formula spontanea, parte integrante del linguaggio quotidiano e naturale espressione del proprio stile di conversazione (47%).

“Ci sta” è molto più che un’abitudine linguistica. Come afferma la linguista Deborah Tannen nel saggio Talking Voices, il linguaggio non è solo un mezzo per trasmettere informazioni, ma uno strumento per costruire relazioni e riflettere i valori condivisi di una comunità. Ed è proprio il caso di questa espressione, che si è radicata nei modi di dire quotidiani grazie alla sua capacità di comunicare senza rigidità, diventando una sorta di "sì relazionale". Il suo successo sta anche nel modo in cui si inserisce in un’evoluzione linguistica più ampia: oggi, infatti, il linguaggio tende a essere sempre più diretto, informale, immediato; si adatta al ritmo della vita quotidiana e si modella sulla spontaneità delle interazioni. Le espressioni entrano nel vocabolario quasi senza accorgersene, influenzate dai social, dalle serie TV, dalla messaggistica istantanea. E il “ci sta” è uno degli esempi più forti di questo cambiamento: semplice, colloquiale, ma carico di significato sociale.

Se il “ci sta” è diventato una risposta naturale nella comunicazione quotidiana, lo è ancora di più quando si parla di piccoli piaceri da condividere. L’indagine Sanbittèr mostra infatti che è proprio nelle esperienze semplici e informali che questa espressione trova il suo significato più autentico. Ma cosa “ci sta” per gli italiani? Per il 67% organizzare una serata con gli amici, mentre il 65% accettare un aperitivo improvvisato dopo il lavoro. Persino una gita fuori porta (62%) o un giorno di ferie (60%) diventano occasioni perfette per dire "ci sta", così come iniziare una nuova serie TV (58%) o concedersi un pomeriggio di shopping (54%).Dall’aperitivo alla pausa caffè, dal relax alle attività condivise, il “ci sta” si conferma come l’espressione simbolo di quei momenti che fanno stare bene.

Ecco la classifica dei momenti che più lo rappresentano secondo gli italiani:

1) Organizzare una serata a casa con gli amici (67%)

2) L’aperitivo improvvisato dopo il lavoro (65%)

3) Una gita fuori porta (62%);

4) Un giorno di ferie (60%);

5) Iniziare una nuova serie TV (58%);

6) La pausa caffè con i colleghi (56%);

7) Una serata speciale con il proprio partner (55%)

8) Un pomeriggio intero di shopping (54%)

9) Una corsetta al parco (49%)

10) Andare a vedere una mostra (46%)

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