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Nestlé abbandona il Nutri-score in Svizzera

Dal 2026 al suo posto un codice QR per i dettagli su ingredienti e valori nutrizionali

Prima Danone, ora Nestlé. I prodotti di largo consumo stanno abbandonando il Nutri-Score: con la multinazionale dei dolci, per la seconda volta in un anno, un peso massimo elimina l'etichetta: la prima era stata, a settembre 2024, Danone, appunto (leggi notizia EFA News). 

La decisione di Nestlé, per ora, riguarda solo la Svizzera, dove ha sede l'azienda: è qui che il gruppo ha deciso di rimuovere l'etichettatura Nutri-Score dai suoi marchi locali, tra cui Cailler e Chokito, che si occupano di dolciumi, Incarom, Henniez, Nestea e Romanette, e Leisi, che produce prodotti da forno. Tutti gli altri marchi Nestlé venduti in più mercati, compresa la Svizzera, continueranno a portare l'etichetta Nutri-Score.

L'eliminazione avverrà marchio per marchio, con la scomparsa di tutte le etichette Nutri-score sui marchi locali svizzeri di Nestlé entro la fine del 2026: al loro posto verrà applicato un codice QR che indirizzerà i consumatori verso maggiori dettagli sugli ingredienti e sui valori nutrizionali. 

Perché Nestlé prende le distanze da Nutri-Score in Svizzera? Perché pare sia insoddisfatto del livello di adozione nel suo Paese, dove la diffusione è stata scarsa. Secondo un portavoce di Nestlé, i suoi marchi sono spesso gli "unici" a riportare il marchio nelle categorie dei suoi marchi locali. Poiché il Nutri-Score è progettato per aiutare i consumatori a confrontare il valore nutrizionale dei prodotti all'interno della stessa categoria, l'azienda ritiene che l'etichetta non svolga più il suo ruolo: se solo un marchio o una manciata di prodotti riporta l'etichetta, Nutri-Score non offre più un valore aggiunto.

Il Nutri-Score, è bene ricordarlo, si basa su un complesso algoritmo che classifica gli alimenti e le bevande in base agli attributi "sani" e "meno sani". È questo algoritmo che da tempo attira l'attenzione, e ancora di più da quando Nutri-Score ha apportato aggiornamenti che hanno avuto un impatto sugli alimenti e sulle bevande a base di latte.

Secondo Serge Hercberg, professore di nutrizione all'Università Sorbonne Paris Nord, che ha contribuito all'ideazione del Nutri-Score, le argomentazioni addotte dal gruppo di beni di largo consumo per rimuovere il Nutri-Score da alcuni marchi, ma non da tutti, sono "del tutto infondate". La decisione, sottolinea Hercberg, "appare contraddittoria e assurda, visto l'impegno pubblico di Nestlé per la trasparenza e l'informazione dei consumatori".

Danone e Nestlé non sono gli unici attori del settore alimentare e delle bevande ad abbandonare Nutri-Score: tra gli altri che hanno abbandonato l'etichetta in Francia ci sono Bjorg, Cristaline e Kispolls. In Svizzera, anche il rivenditore Migros e il produttore di latticini Emmi hanno ritirato l'etichetta.

Il catalizzatore dietro la mossa di Danone è tuttavia molto diverso da quello di Nestlé. Danone era scontenta della modifica dell'algoritmo di Nutri-Score, che spinge i latticini da bere e le alternative a base vegetale nella categoria delle bevande, anziché in quella degli alimenti. Che cosa significa in pratica? In base al nuovo algoritmo, il latte scremato e parzialmente scremato sono retrocessi da A a B e il latte intero da B a C. Nestlé, invece, fa una netta distinzione tra le sue motivazioni e quelle di coloro che contestano l'algoritmo aggiornato. "Siamo ora concentrati sull'introduzione del nuovo algoritmo nei nostri prodotti, in linea con il periodo di transizione di due anni definito dai Paesi che stanno ufficialmente approvando il Nutri-Score", spiega un portavoce dell'azienda

Anche alcuni Paesi si sono opposti alla sua adozione: l'Italia è in prima fila e almeno da 4 anni, lancia l'allarme sull'introduzione del sistema (leggi notizia EFA News).

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EFA News - European Food Agency
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