Consumi: continua la flessione ad aprile (-4%) su base annua
Più contenuto il calo per la ristorazione (-1,5%) nel primo quadrimestre

Continua la flessione dei consumi con un mese di aprile a -4,1% a valore rispetto ad aprile 2024. Lo certifica l’Osservatorio consumi Confimprese-Jakala, che evidenzia la frenata del totale mercato nonostante la diversa calendarizzazione della Pasqua e i numerosi ponti. Il peggioramento dell’andamento consumi si protrae dall’ultimo bimestre 2024 e mostra un calo della fiducia di famiglie e imprese che lascia ipotizzare un secondo trimestre altrettanto complicato. Il possibile aggravamento dell’incertezza, indotta dalle guerre ai confini dell’Unione europea e dall’avvicinarsi delle scadenze rispetto alla sospensione dei dazi, rischia di rendere ancora più altalenante l’andamento dei consumi e di accentuare gli squilibri macroeconomici nelle principali aree.
Quanto al raffronto gennaio-aprile 2025 rispetto allo stesso periodo 2024. Nei primi 4 mesi dell’anno i consumi rimangono fermi al -3.0% con abbigliamento-accessori al -3,1%, la ristorazione al -1,5%% e altro retail al -5,7%.
"I consumi non sono mai andati così male", avverte Mario Resca, presidente Confimprese, "se non nel post Covid e questo ci deve fare riflettere sulle conseguenze che la frenata dei consumi può avere sull’intero comparto retail. L’aumento dell'incertezza ha provocato rinvio di investimenti, riflessione sui consumi, perdita di valore del dollaro e aumento dei tassi dei bond Usa. Il peggio deve ancora arrivare: l’aumento dell'inflazione in America, causato dagli effetti diretti e indiretti dei dazi. Walmart ha appena annunciato un diffuso aumento dei listini. Tutto ciò si si riflette sulla catena del valore e sui consumatori italiani i cui stipendi sono fermi da almeno 20 anni, mentre in Francia nello stesso periodo sono cresciuti del 25% e in Germania del 20%. Rispetto alla crisi economica del 2008, poi, gli stipendi in Italia sono oggi persino più bassi dell’8,7% in termini reali, cioè al netto dell’inflazione: significa che le persone possono fare o comprare meno cose con i soldi che guadagnano".
Nel mese di aprile nei settori merceologici, abbigliamento-accessori precipita a -9,3% e mostra una chiara tendenza del consumatore che continua a privilegiare le spese legate alla fruizione del tempo libero, alla cultura e ai viaggi, a scapito dell’acquisto dei beni durevoli e maggiormente velleitari. Un sentiment confermato anche da altro retail che chiude il mese a -2,4%. La ristorazione risulta in campo leggermente positivo a +1,1%, segno di acquisti mordi e fuggi e della perdita di potere d’acquisto delle famiglie con una sempre più attenta gestione del portafoglio.
Nei canali di vendita il quadro è negativo. A cominciare dai centri commerciali a -6,0% e dalle high street che perdono terreno e chiudono il trimestre a -4,2%. Anche in questo caso si assiste a un progressivo deterioramento del tasso di crescita. La prossimità conferma il quadro negativo e registra un -3,8%. "Disattese le aspettative sull'effetto Pasqua per il mese di aprile", commenta Mario Maiocchi, direttore centro studi Confimprese, "che ha chiuso con un pesante -4,1% nonostante nel 2024 la Pasqua fosse caduta in marzo".
Nelle aree geografiche il Sud a -6,1% mostra gli andamenti peggiori. Continua la debolezza del Nord-ovest a -4,3%, il Nord-est a -2,7%. Chiude il Centro a -2,5%. Nelle regioni Toscana è l’unica in parità a 0,0%, Puglia la peggiore a -8,7%. Quanto alle province si segnala l’unica parità di Pistoia a 0,0%, Catanzaro fanalino di coda a -11,7%.
EFA News - European Food Agency