Donne in agricoltura, una forza determinante
Confagricoltura Donna, progetto Agrinet4women: nel 2024 in Italia le imprese agricole femminili erano il 32% contro una media UE del 29%

“L'agricoltura europea non è solo un pilastro dell'economia dell’UE, ma anche un elemento chiave della sua identità culturale. Le donne, con il loro impegno e la loro dedizione, sono fondamentali per garantire la vitalità e la sostenibilità dei territori rurali”. Lo ha detto Alessandra Oddi Baglioni, presidente di Confagricoltura Donna, all’evento conclusivo del progetto Agrinet4women, cofinanziato dall’Unione europea in collaborazione con Università Iuav di Venezia e Gruppo Icaro, dal titolo “Le agricoltrici italiane si presentano all’Europa”.
Un viaggio lungo tutto lo Stivale per incontrare 8 imprenditrici che raccontano come, tra innovazione e sostenibilità, stanno contribuendo a riscrivere il futuro dell’agricoltura, in continua evoluzione. Accanto a loro anche le voci delle rappresentanti di Confagricoltura Donna di alcune regioni italiane fortemente vocate a produzioni di punta per l’agroalimentare Made in Italy.
Le imprenditrici presidenti di Confagricoltura Donna coinvolte nel Progetto sono: Caterina Brazzola, Lombardia; Diana Bortoli, Emilia Romagna; Chiara Dossi, Veneto; Alessandra Atorino, Frosinone; Michela Marenco, Piemonte; Lucia Rinaldi, Campania. Le Otto storie d'impresa sono rappresentate da: Cristina Pagliari, Lombardia; Erika Sartori, Emilia Romagna; Desiree Nieves, Viterbo; Antonella Iannarilli, Frosinone; Anna Impallomeni, Veneto; Gabriella Fantolino, Piemonte; Maria Pezone, Campania.
“L’agricoltura sta vivendo un profondo cambiamento -sottolinea Oddi Baglioni- è fondamentale che la Ue promuova iniziative sui temi dell’agricoltura per mettere in risalto il forte contributo femminile all’innovazione e alla crescita del settore primario in Europa. Le storie delle nostre imprenditrici dimostrano che le donne non solo custodiscono le tradizioni, ma le arricchiscono con innovazioni che proiettano l'agricoltura verso il futuro”.
Presente all’incontro il componente di Giunta nazionale di Confagricoltura Nicola Gherardi, che ha fatto un quadro d’insieme sugli scenari che si prospettano per il settore, dalle agroenergie ai cambiamenti climatici, dagli approvvigionamenti alla decarbonizzazione.
“Per la Pac, è in pericolo il budget. Noi -ha detto Gherardi- puntiamo alla competitività e alla sicurezza alimentare ma siamo preoccupati che per molti Paesi membri la priorità, in questa situazione internazionale complessa, è diventata la difesa dei confini nazionali, che comporterà ulteriori riduzioni per la spesa agricola”.
Confagricoltura Donna ha scelto di focalizzare il lavoro di quest’anno sul tema della ricerca, convinta che “lo sviluppo della produzione agricola passi proprio attraverso la ricerca, che deve evolversi senza pregiudizi e essere diffusa ampiamente nella società civile”, come ha dichiarato la presidente. “È importante -dice Oddi Baglioni- incentivare e avvicinare i giovani alle materie fin dalla scuola superiore, Confagricoltura Donna punta in particolare alle donne, che ancora scelgono in percentuale più bassa percorsi di studi legati a scienza, tecnologia, ingegneria e matematica".
I numeri delle donne
Le donne rappresentano quasi la metà della forza lavoro in Europa, eppure restano sottorappresentate nel mondo dell’imprenditoria: nei Paesi OCSE solo il 30% circa delle imprese è di proprietà femminile. In Europa, l’Italia si distingue: le imprese agricole a conduzione femminile, nel 2024, rappresentavano quasi il 32%, contro una media UE del 29% e il 36% dei “lavoratori autonomi” è donna (in crescita rispetto al 34 % del 2010).
Questi dati confermano che, sebbene le donne costituiscano quasi un terzo degli imprenditori europei e siano una presenza in crescita tra i lavoratori autonomi, subiscano tuttora significativi divari strutturali. Le donne imprenditrici in Italia sono giovani, il 64,8% ha un'età media pari a 49 anni (2023). Nelle società di capitali e di persone a guida femminile, la quota di titolari tra 18–29 anni è salita al 33,76% (era il 14% dieci anni fa), segno della crescita di reti e innovazione al femminile.
La regione con più imprese agricole femminili è la Sicilia, seguita da Puglia e Campania.In base all’indice di parità di genere nel lavoro, l’Italia si distingue come paese “ad alto impatto”, poiché colmando le disuguaglianze di genere sul mercato del lavoro sarebbe possibile generare il più consistente aumento del PIL, stimato intorno al 12% entro il 2050.
EFA News - European Food Agency