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CLARA MOSCHINI

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Vino, interventi mirati per rilanciare il comparto

La Federazione Vino di Confagricoltura analizza la situazione in vista della vendemmia 2025

In attesa della vendemmia (anticipata) di ottima qualità e quantità delle uve, la Federazione Vino di Confagricoltura, presieduta da Christian Marchesini, si è riunita per analizzare la situazione in vista della vendemmia 2025.

In un comunicato l'organizzazione conferma che "se da un lato il contesto internazionale e il quadro economico preoccupano, e non poco, i produttori di vino, dall’altro le premesse per la prossima vendemmia sembrano essere molto positive per qualità e quantità". 

C’è una "sostanziale uniformità" nella valutazione dell’andamento generale su scala nazionale, sottolinea la nota di Palazzo della Valle, "soprattutto dopo due annate critiche, con un leggero anticipo di maturazione: se non subentreranno eventi meteorologici nelle prossime settimane, l’annata sarà di quelle da incorniciare".

Le nubi, tuttavia, non mancano, prosegue la nota, e "riguardano la situazione di mercato, assai più preoccupante. Le difficoltà sono diffuse e coinvolgono quasi tutte le regioni, con dinamiche analoghe: le giacenze in cantina sono elevate, in particolare per i vini rossi, e le prospettive per la nuova campagna di vendita non appaiono rassicuranti".

I prezzi delle uve sono attesi in calo ovunque, talvolta anche in modo marcato, con stime di riduzioni fino al 30%. In alcune regioni, come Lombardia e Puglia, si registrano crisi conclamate con richieste di blocco delle rivendiche o di riduzione delle rese.

“C’è una significativa contrazione dei consumi, anche al ristorante, dove tuttavia -afferma Marchesini-. il ricarico, anche al calice, incide sulle ordinazioni. A questo si somma il cambio di abitudini dei consumatori, complici le campagne antialcol e le mode salutiste”.

Sul fronte delle esportazioni, oltre agli effetti negativi dell’accordo Ue-Usa sui dazi, si registra un irrigidimento delle politiche protezionistiche di alcuni mercati asiatici, in particolare Cina e Russia.
Fattori che, secondo Confagricoltura, "contribuiscono a delineare con chiarezza il fatto che occorre una strategia ampia e duratura", capace di riequilibrare la domanda con l’offerta e di rafforzare il ruolo degli attori della filiera.

“Il rilancio della domanda è per noi una priorità -aggiunge Marchesini- e passa attraverso un’attività di promozione e comunicazione rinnovata e rafforzata, capace di contrastare una narrazione sempre più diffusa che tende a sminuire la cultura del ‘bere bene’. Una cultura che, al contrario, rappresenta valori profondi legati al territorio, alla tradizione e alla convivialità. Purtroppo, il vino viene sempre più spesso assimilato indiscriminatamente ai rischi dell’abuso di alcol, allontanandosi così dai modelli di consumo consapevole, soprattutto tra le nuove generazioni. Su questo l’Italia ha ancora molto da raccontare e da insegnare”.

Marchesini sottolinea, inoltre, l'importanza di potenziare le attività di promozione nei Paesi terzi, rendendole più flessibili e maggiormente adattabili alle reali esigenze delle imprese e dei mercati di riferimento. 

“Questa situazione -conclude- richiede comunque anche l’individuazione di strumenti correttivi in grado di incidere sui volumi produttivi. Sarà fondamentale agire su più fronti, affrontando con decisione anche la questione degli esuberi. Gli strumenti a disposizione sono diversi: dalla gestione delle nuove autorizzazioni di impianto alla regolazione delle rese, sia per i vini comuni che per quelli a denominazione. Si tratta di misure che possono produrre effetti nel medio-lungo periodo, ma che richiedono una visione strategica di settore di ampio respiro, strutturata su più anni”.
 

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EFA News - European Food Agency
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