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Libri. La parabola dei Ferruzzi

Il saggio di Luciano Segreto ricostruisce la storia del gruppo

I Ferruzzi sono stati protagonisti di una delle più significative esperienze imprenditoriali del Novecento italiano nel settore agroalimentare. A distanza di oltre trent'anni dal crac che fece perdere alla famiglia il controllo del gruppo (passando per la tragica morte di Raul Gardini nel 1993), esce ora per i tipi di Feltrinelli il saggio di Luciano Segreto "Il costruttore e il giocatore. Serafino Ferruzzi, Raul Gardini e la fine di un grande gruppo industriale", che racconta l'incredibile parabola di un gruppo che all'apice della grandezza era arrivato a fatturare l'equivalente di quasi 11 miliardi di euro con 52mila dipendenti in tutto il mondo.

Figlio di contadini romagnoli, Serafino Ferruzzi fu il costruttore del colosso in meno di vent’anni. Cereali, zucchero, oli vegetali, cemento. Navi, silos e oltre un milione di ettari coltivati, sparsi tra le Americhe e l’Italia. Un gigante che subì un duro colpo con la scomparsa di Serafino in un incidente aereo nel 1979. Dopo di lui, Raul Gardini, che aveva sposato la sua primogenita Idina, guidò il gruppo verso i vertici dell’industria italiana ed europea, entrando nel settore petrolchimico, farmaceutico e dei nuovi prodotti dell’agro-business attraverso l’acquisizione della Montedison, con un'espansione che arrivò a oltre 250 stabilimenti sparsi tra Europa, America e Asia. 

La tesi di Segreto è che, per i suoi limiti, lo stesso Gardini finì per contribuire in maniera decisiva alla crisi del gruppo sia in termini gestionali che finanziari. L’inchiesta Enimont, la holding visionaria nata dalla fusione tra la privata Montedison e le attività chimiche della pubblica Eni, svelò un sistema di relazioni pericolose tra politica, finanza e industria. Dopo la morte di Gardini il mondo bancario, che pure aveva collaborato alla crescita del gruppo, con la regia della Mediobanca di Enrico Cuccia, nel giugno del 1993 prese il controllo di Ferruzzi-Montedison. Un processo segnato da un’enorme anomalia, secondo l’Autorità garante della concorrenza: il secondo maggiore azionista, Mediobanca, prima si trasformò in advisor per poi diventare, in una fase successiva rispetto al completamento della ristrutturazione, l’azionista di riferimento. E' l'atto di accusa della famiglia, che ancora oggi si sente ingiustamente espropriata da quell'operazione, e le cui tesi difensive sono ampiamente riprese dal libro di Segreto che ricostruisce la vicenda attraverso documenti inediti, testimonianze dirette dei principali protagonisti e materiali giudiziari.

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