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Incendi. Si possono combattere con satelliti e droni

Mancini (Diagram): "Le tecnologie sono un passo decisivo verso una protezione civile più efficiente"

Con l’estate che porta con sé temperature elevate e siccità, il rischio incendi boschivi minaccia ogni anno il territorio italiano. Secondo i dati Ispra, nel 2024 sono stati percorsi dal fuoco oltre 514 km², con Sicilia, Calabria e Sardegna tra le regioni più colpite. E il 2025 non promette meglio. Legambiente ha calcolato che da gennaio a luglio ci sono stati 653 episodi e sono andati in fumo 30.988 ettari (equivalente a circa 43.400 campi da calcio), con perdite economiche stimate in oltre 200 milioni di euro. Le tipologie più colpite sono le aree naturali (boschi) con 18.115 ettari seguite dalle aree agricole con 12.733 ettari.

"Quello che è fondamentale è la prevenzione. È importante riuscire misurare le temperature in vari punti nei boschi e oggi con i moderni sensori è possibile farlo. Occorre un approccio integrato che combini sensoristica IoT, intelligenza artificiale, osservazione satellitare e ora anche droni di ultima generazione per il monitoraggio e l’intervento tempestivo. E questo è determinante in termini di prevenzione oltre che in fase di intervento come supporto nello spegnimento", spiega l’amministratore delegato del gruppo Diagram, specializzato nella digitalizzazione dei servizi dedicati all’agroalimentare, Roberto Mancini.

Ai, sensori, reti IoT e droni intelligenti per la sorveglianza e il soccorso I sensori di temperatura, umidità, fumo e gas possono essere installati in foreste, parchi o aree urbane. Connessi tramite reti IoT (Internet of Things), permettono il monitoraggio in tempo reale e l’allerta immediata in caso di anomalie. I satelliti (come quelli del programma europeo Copernicus) possono rilevare focolai d’incendio grazie a immagini termiche. I dati satellitari possono essere usati anche per monitorare la vegetazione e prevedere il rischio d'incendio. Inoltre sistemi Gis (Geographic Information System) mappano il territorio e sovrappongono dati ambientali, meteorologici e di rischio incendi.

Oltre ai satelliti, possono essere impiegati i droni. Equipaggiati con strumenti per la visione notturna e termocamere a infrarossi, sono in grado di operare anche in condizioni estreme. Con gps e sistemi di navigazione autonomi possono sorvolare aree impervie, difficili da raggiungere, per individuare incendi attivi o punti caldi e mappare in tempo reale la propagazione del fuoco, trasmettere immagini ai centri di controllo. I droni sono inoltre dotati di sensori ambientali per rilevare variazioni di temperatura, umidità e qualità dell’aria e di software Slam (Simultaneous Localization and Mapping) e algoritmi Ai per creare mappe 3D, identificare ostacoli e focolai nascosti.

"Questi droni non solo sorvegliano, ma possono anche supportare le squadre di emergenza con rilievi rapidi e georeferenziazione dei danni, grazie all’integrazione con app dedicate", continua Mancini.

 "Le tecnologie si integrano con le strategie nazionali di prevenzione e rappresentano un passo decisivo verso una protezione civile più efficiente, predittiva e sostenibile. La lotta agli incendi non può più basarsi solo sull’intervento: serve una visione sistemica che unisca innovazione, gestione del territorio e coinvolgimento civico", conclude Mancini.

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EFA News - European Food Agency
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