Dazi Usa, tasso zero per caffè e cacao
Emanato un decreto che esclude dalle tariffe anche alcuni tipi di frutta e le spezie

È in vigore da ieri lunedì 8 settembre, il decreto firmato dal presidente Usa Donald Trump che modifica i dazi doganali per i “partner allineati” che hanno stipulato accordi commerciali con gli Stati Uniti. Il decreto, in sostanza, riconosce che alcuni beni non possono essere prodotti o acquistati in misura sufficiente sul mercato interno.
Il decreto designa una serie di categorie specifiche che vengono sottoposte a dazio zero, concentrandosi su articoli che “non possono essere coltivati, estratti o prodotti naturalmente” negli Stati Uniti o che "non sono disponibili in quantità adeguate a soddisfare la domanda interna". Tra le esenzioni figurano alcune varietà di frutta come banane, avocado, mango, papaia e kiwi.
Altri esempi di alimenti e bevande esenti sono i prodotti a base di caffè, il tè (compreso quello verde e nero) e le spezie come cannella, cardamomo, curcuma, chiodi di garofano, noce moscata e pepe.
Secondo il decreto esecutivo, le esenzioni dipenderanno da fattori quali “la portata e il valore economico” degli impegni assunti dai partner commerciali nei confronti degli Stati Uniti nell'ambito di accordi commerciali reciproci e gli “interessi nazionali” del Paese.
L'associazione commerciale statunitense Consumer Brands Association (CBA), che annovera tra i suoi membri aziende alimentari statunitensi quali PepsiCo, General Mills e Mondelēz International, ha accolto con favore il nuovo decreto.
"Consumer Brands plaude al decreto esecutivo del presidente Trump che affina la politica commerciale America First dell'amministrazione per riconoscere le risorse naturali non disponibili -sottolinea in un comunicato la presidente e amministratore delegato Melissa Hockstad-. Essendo il più grande settore manifatturiero nazionale in termini di forza lavoro, l'industria dei beni di consumo confezionati è orgogliosa di approvvigionarsi per il 90% di ingredienti e materie prime da agricoltori e fornitori americani, ma alcuni ingredienti e prodotti agricoli sono semplicemente introvabili sul mercato interno a causa delle condizioni climatiche, della geografia e di altri fattori".
"Spetta ora agli altri paesi rimuovere le barriere tariffarie e non tariffarie al commercio -prosegue la nota-, lavorando per raggiungere accordi che riducano il deficit commerciale degli Stati Uniti, pur consentendo l'accesso a prodotti insostituibili in tutto il mondo. Incoraggiamo inoltre l'amministrazione Trump a rivedere continuamente il proprio elenco di risorse naturali non disponibili e di altri fattori di produzione che non sono prodotti in quantità adeguate sul mercato interno, come l'acciaio laminato. Questi sforzi contribuiranno a proteggere i produttori statunitensi e a garantire il successo di una politica commerciale America First a vantaggio degli americani".
EFA News - European Food Agency