Animali da compagnia: un amore che unisce tutte le età
Generazioni a confronto nel sondaggio Ipsos per Purina su proprietari di cani e gatti

Gli animali da compagnia sono una fonte di affetto e benessere trasversale a tutte le età: è quanto emerge dalla ricerca “Generazioni a confronto: da Gen Z ai Boomer l’evoluzione del rapporto con gli animali da compagnia”, condotta da Ipsos per Purina, azienda leader in Europa nella cura dei pet, su 1.000 proprietari italiani di cani e gatti. I risultati sono stati presentati lo scorso 16 settembre 2025 a Milano in occasione della seconda edizione dell’Italian Pet Summit 2025, evento che ha riunito esperti e professionisti del settore per discutere tendenze, sfide e opportunità legate al mondo pet.
La ricerca conferma un dato condiviso da tutte le fasce d’età: indipendentemente dal momento di vita e dalla generazione di appartenenza, i pet sono percepiti come una fonte di affetto e gioia, con un impatto positivo riconosciuto dall’87% dei rispondenti. Ma se l’amore per cani e gatti unisce, a fare la differenza è il modo in cui le generazioni costruiscono questo legame: più razionale e rispettoso dei ruoli tra i più maturi, più intenso e fusionale tra i giovani.
Per i ragazzi e le ragazze sotto i 27 anni, il rapporto con il pet è uno scambio emozionale profondo, quasi fusionale. Cani e gatti non sono soltanto compagni, ma veri confidenti, fratelli, figure di sostegno in un’età segnata da fragilità psicologiche. Il 32% dichiara di aspettarsi che il proprio animale li faccia sentire amati (quasi il triplo rispetto ai Boomers), mentre il 96% lo considera un antidoto alla solitudine. Non solo: per il 25% il pet è un aiuto concreto nella gestione dello stress (vs media 21%). La vicinanza è anche fisica: il 71% consente al proprio cane o gatto di dormire nel letto (vs media 60%). Una generazione che vive l’animale come una vera “Emotional Dynamo”, capace di dare energia, affetto e stabilità emotiva.
Se per la Gen Z il pet è spesso l’animale della famiglia d’origine, per i Millennials tra i 28 e i 44 anni rappresenta una scelta autonoma e consapevole. È la generazione con la percentuale più alta di proprietari alle prime esperienze (37%), e per il 23% l’arrivo di un cane o gatto coincide con una “pietra miliare” della propria vita. Non a caso il 61% considera esplicitamente l’animale “come un figlio”. In un Paese in cui l’età media per la prima maternità è di 33 anni, cani e gatti diventano un “allenamento alla genitorialità”: una palestra affettiva che offre affetto, leggerezza e l’opportunità di sperimentare la cura e la condivisione quotidiana, dagli hobby alle attività all’aria aperta.
Per i proprietari tra i 45 e i 59 anni, il pet è parte integrante della dimensione familiare: un compagno di giochi per i figli unici, un arricchimento per le famiglie monogenitoriali, una presenza che rende la casa più viva, una sorta di completamento dell’idea di famiglia (28%). Ma se l’impatto resta positivo, l’intensità emotiva non raggiunge i livelli delle generazioni più giovani. Al contrario, emergono con più evidenza gli aspetti faticosi della gestione: il 43% dichiara di sentirsi frustrato per non avere abbastanza tempo da dedicare al proprio animale (vs media 36%). È il riflesso della condizione di “generazione sandwich”, divisa tra responsabilità verso figli ancora piccoli e genitori anziani. Per loro il pet è un “Family Catalyst”: arricchisce, ma aggiunge anche un carico in una vita spesso frenetica.
Per gli over 60 il pet è una presenza quotidiana che porta affetto, ritmo e socialità alle giornate e che tiene compagnia (63% vs 52% in media). Per molti è un antidoto alla solitudine ma non sostituisce le relazioni interpersonali, per altri una vera motivazione a mantenersi attivi e non arrendersi alle difficoltà dell’invecchiamento. Non mancano occasioni di socializzazione, anche digitale, stimolate dalla presenza dei pet. Pur con un affetto profondo, i Boomers mantengono però un approccio meno antropomorfizzante: solo il 52% permette al proprio animale di dormire nel letto, ben al di sotto della media (60%). Il pet è per loro un “Everyday Companion”: una presenza costante che arricchisce la quotidianità, senza annullare la distinzione di ruoli e spazi.
La ricerca evidenzia come l’umanizzazione degli animali da compagnia, fenomeno ormai consolidato, stia evolvendo in intensità e qualità. Se per le generazioni più mature il cane o il gatto è soprattutto un compagno di vita che arricchisce la quotidianità, per i più giovani rappresenta un progetto emotivo, un figlio simbolico o persino una parte della propria identità da condividere nella vita reale e digitale.
“Questa ricerca ci ha aiutato a capire ancora più approfonditamente le diverse sfaccettature della relazione tra uomini e animali e gli insight emersi dalla ricerca ci aiuteranno a comprendere meglio le dinamiche attraverso le quali i pet continueranno a influenzare il benessere emotivo delle persone e il ruolo che possono giocare nella società. Queste evidenze ci consentiranno di capire come supportare le diverse generazioni di pet owner in modo personalizzato per rispondere alle loro specifiche necessità e accompagnarli verso un rapporto sempre più profondo, unico e generazionale con i propri animali da compagnia”, dichiara Fabio Degli Esposti, amministratore delegato di Purina e Direttore Regionale di Purina Italia e Sud Europa
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