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Intesa Sanpaolo/2. Turismo: presenze stimate in crescita nel 2025

64% delle imprese alberghiere ha investito oltre il 15% del fatturato negli ultimi tre anni

Il turismo italiano mostra nel 2025 interessanti segnali di crescita ma con importanti e sempre più complesse sfide all’orizzonte. In un contesto internazionale in continua ripresa l’Italia mostra una dinamica positiva: le previsioni 2025 di Srm stimano circa 476,9 milioni di presenze turistiche (+2,3% rispetto al 2024) di cui 212,1 milioni domestiche e 264,8 milioni straniere. E' quanto emerge dal rapporto "Turismo & Territorio. Tendenze, impatti e dinamiche d’impresa: le sfide della filiera turistica" a cura di Srm-Centro Studi collegato a Intesa Sanpaolo.

Dai primi dati ufficiali Istat relativi al 1° semestre del 2025 e dalle prime risultanze della stagione estiva di alcuni Osservatori si confermano le stime Srm elaborate già nel mese di aprile. Il valore aggiunto della filiera dovrebbe raggiungere i 106,3 miliardi di euro, pari al 106,4% dei livelli pre-pandemici, mentre il fatturato del comparto “Alberghi e Ristoranti” segna un incremento dell’1,6% sul 2024 e un +25,6% rispetto al 2019. Questi numeri indicano un settore in salute, ma richiedono politiche mirate per consolidarne la sostenibilità, la produzione e la distribuzione del valore.

Secondo l’Indice di Competitività Turistica Regionale (Ictr) elaborato da Srm, che analizza 98 regioni di Italia, Spagna, Francia e Germania, il nostro Paese ottiene la media più alta (123,4 punti) rispetto al valore UE4 di 100. La Provincia Autonoma di Bolzano si colloca al primo posto assoluto, con Veneto, Toscana, Lazio, Emilia-Romagna e Lombardia, tutte tra le prime 15 destinazioni europee.

La survey Srm 2025 (elaborata nell’ambito del Programma Grins), condotta su 1000 imprese alberghiere, mostra che il 64% di esse ha investito oltre il 15% del fatturato negli ultimi tre anni, che il 47% prevede nuovi investimenti nel triennio 2025–2027 e che le motivazioni principali sono legate proprio al miglioramento delle performance aziendali e all’adeguamento alle nuove aspettative dei viaggiatori. Investimenti che si orienteranno prioritariamente ai temi dell’efficienza e della sostenibilità (riduzione consumi idrici, differenziazione rifiuti ed efficientamento energetico) ed ai temi della qualità dell’offerta turistica (utilizzo di filiere di prossimità, formazione del personale e del management e miglioramento dell’accessibilità e della salubrità). Centrale è, inoltre, il nodo delle competenze: la difficoltà nel reperire personale operativo si accompagna alla crescente richiesta di soft skills, come problem solving, comunicazione, flessibilità e capacità nel lavoro di squadra.

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