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CLARA MOSCHINI

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Vendemmia. Legacoop: produzione stimata a circa 44 mln ettolitri

Raccolto completato per oltre il 75%. Previste zone con riduzione tra 10% e 20%

La vendemmia 2025 si preannuncia come un’annata di eccellenza qualitativa, sebbene le quantità prodotte si attestino su valori più bassi rispetto alle previsioni iniziali, in linea con lo scorso anno. Lo dichiara Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare, nel commentare l'andamento della raccolta di uva, ormai completata per oltre il 75% a livello nazionale.

"Grazie alle moderate temperature notturne, che hanno favorito il giusto equilibrio tra gradazione alcolica e acidità, possiamo confermare che la qualità del vino sarà eccezionale", afferma Maretti. "Le stime attuali indicano un quantitativo complessivo di circa 44 milioni di ettolitri, un dato più realistico rispetto alle aspettative pre-vendemmia. Eventi climatici come la siccità in alcune aree del Sud e le piogge al momento della fioritura in altre del Nord hanno influito sui volumi. In particolare, le regioni che avevano registrato produzioni molto abbondanti nel 2024 hanno visto una riduzione tra il 10% e il 20%, contribuendo a un riequilibrio generale tra domanda e offerta e scoraggiando pratiche speculative che puntano a prezzi iniquamente bassi".

Un mercato da valorizzare, segmento per segmento Maretti sottolinea come il minor quantitativo, se confermato anche per Francia e Spagna, possa creare un equilibrio tra domanda ed offerta fondamentale per il mercato. "Questo scenario non lascia spazio a speculazioni, a quegli operatori che lavorano per spuntare prezzi iniquamente bassi, a discapito della valorizzazione della filiera della vite e del vino", spiega il presidente.

Quello "del vino è un settore particolarmente sensibile alle mode e ai cambiamenti dei consumi e per questo c’è bisogno di un approccio mirato. È sbagliato e dannoso per tutti parlare della necessità di imporre contrazioni produttive generalizzate", sottolinea Maretti. "Ogni segmento di mercato ha le proprie specificità e deve essere affrontato con analisi dettagliate, senza scaricare le difficoltà su aree che invece godono di un loro posizionamento remunerativo e in equilibrio. Alcune aree viticole italiane, paradossalmente, assorbono e collocano sul mercato vini di altre zone che, evidentemente, in questi anni hanno effettuato minori investimenti sul fronte organizzativo e commerciale. Siamo comunque favorevoli al blocco temporaneo dell’aumento dell’1% annuo del vigneto italiano", spiega il presidente di Legacoop Agroalimentare.

Nonostante le incertezze globali legate a guerre e dazi, il sistema cooperativo ha dimostrato cautela e prudenza. Le principali cantine si sono mosse con l'obiettivo di non perdere le posizioni di mercato acquisite riducendo in maniera significativa i propri margini, accollandosi, almeno in questa prima fase, il costo dei dazi per salvaguardare le proprie quote di mercato. «Il vigneto Italia ha dato prova della sua resilienza e permette di pensare a un lavoro di 'fine tuning' per migliorare ulteriormente nel futuro", conclude Maretti, che rimarca l'importanza di una promozione orientata a diffondere la cultura enologica nel mondo, promozione basata sui dati reali della produzione.

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EFA News - European Food Agency
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