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CLARA MOSCHINI

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Vendemmia. Montecucco: attesa riduzione volumi tra il 20 e il 30%

Il clima equilibrato e l'assenza di problemi fitosanitari dovrebbero comunque garantire una buona qualità

Si avvia alla conclusione una vendemmia 2025 che, nell’areale del Montecucco Doc e Docg, verrà ricordata per la sanità e la qualità eccellente delle uve. Contestualmente, si osserva una riduzione media dei volumi compresa tra il 20% e il 30%, dato variabile a seconda del comune di produzione – Cinigiano, Seggiano, Castel del Piano, Civitella Paganico, Arcidosso, Roccalbegna e Campagnatico – tutti nella provincia di Grosseto. Un territorio che oggi conta una superficie vitata di 500 ettari rivendicati Montecucco (con un potenziale di 800 ettari) e volumi che superano il milione di bottiglie/anno. 

“Quest’anno abbiamo avuto un andamento climatico più regolare rispetto alle ultime tre vendemmie, con un’estate meno estrema e, in particolare, un luglio e un agosto che possiamo definire ‘mediterranei’; inoltre, abbiamo avuto piogge che sono arrivate nei momenti giusti, senza eccessi né eventi dannosi. Tutto questo ci ha permesso di portare in cantina uve sanissime, con acini piccoli e buccia ricca di estratti polifenolici, perfetti per ottenere vini longevi e di struttura”, spiega Giovan Battista Basile, presidente del Consorzio di Tutela, la cui tenuta si trova nel cuore della denominazione, a Cinigiano.

“In particolare, per quanto riguarda la mia azienda, abbiamo iniziato la raccolta l’8 settembre con il Merlot, poi il Vermentino, quindi il Sangiovese in due fasi, per aspettare il giusto punto di maturazione. In molti, come me, hanno chiuso la vendemmia intorno al 20 settembre, giusto prima delle precipitazioni di fine mese. È un’annata eccellente: clima equilibrato, nessun problema fitosanitario, uve belle e sanissime, con buone acidità e un grande potenziale per l’affinamento”, conclude Basile.

La stagione è stata caratterizzata da un inverno non rigido ma nemmeno anomalo, senza gelate primaverili e con una piovosità regolare, che ha permesso alle viti di iniziare il ciclo vegetativo senza stress. Anche i mesi estivi hanno mostrato un clima favorevole: due ondate di calore, sì, ma non eccessive e mai troppo prolungate. A luglio e agosto si sono registrate temperature elevate, ma più contenute rispetto agli ultimi tre anni, mentre settembre ha regalato giornate calde e secche, ideali per la raccolta.

La vendemmia ha avuto un anticipo di circa 10/12 giorni su tutto il territorio, condizione diventata ormai normale per effetto del cambiamento climatico. Già dalla prima settimana di settembre sono iniziate le raccolte dei bianchi e delle varietà precoci; al 30 settembre, la stragrande maggioranza delle aziende ha già concluso la raccolta, restano solo pochi ettari con uve tardive – o per scelte stilistiche specifiche di singoli viticoltori – ancora da raccogliere.

Giuliano Guerrini, storico agronomo di ColleMassari a Poggi del Sasso (Cinigiano), riassume così la stagione: “La parola chiave della stagione appena conclusa è regolarità. Qualità da buona a ottima e, da un primo giro di assaggi da botte, confermo un 80% di eccellenza e un 20% da buono a eccellente: un risultato fantastico. I grappoli erano più piccoli – continua l’agronomo – e proprio questo comporta un rapporto buccia-succo più elevato, ideale per i rossi da invecchiamento. È stata un’annata che si ricorderà”.

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EFA News - European Food Agency
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