Mense scolastiche: studio conferma influenza sulla cucina casalinga
Le famiglie ci vedono occasione per scoprire e diffondere nuove abitudini alimentari

Le mense scolastiche sono un alleato per le famiglie, in quanto ispirano le abitudini alimentari dei genitori a casa. Secondo la ricerca “Parents”, realizzata da Eumetra in collaborazione con Camst group, su un campione rappresentativo di oltre 2mila genitori con almeno un figlio di età compresa tra 0 e 11 anni o in attesa del primo, il 74% delle mamme e dei papà intervistati dichiara di consumare tra le mura domestiche piatti prevalentemente diversi da quelli che vengono serviti a scuola e il 64% delle famiglie sostiene di prendere spunto dal menù scolastico per la preparazione di nuove ricette a casa, segno della centralità del ruolo delle mense scolastiche: la refezione viene percepita come un’opportunità formativa e alimentare, perché permette ai più piccoli di sperimentare nuovi gusti, in particolare legumi e verdure, e offre spunti ai genitori per riproporre a casa alcune ricette.
Secondo l’indagine, le mense scolastiche non sono solo un servizio fondamentale per l’alimentazione dei bambini, ma anche un'opportunità per diffondere nuove abitudini alimentari nelle famiglie italiane: il 74% dei bambini pranza almeno qualche volta a settimana a scuola, un’esperienza con cui le famiglie scoprono e iniziano a proporre a casa nuove ricette ispirate ai pasti scolastici.
Lo studio ha messo in luce come l'alimentazione rappresenti un aspetto cruciale nella vita delle famiglie con figli piccoli. L'arrivo di un bambino comporta cambiamenti significativi nelle scelte alimentari, con una crescente attenzione per i cibi freschi e le preparazioni casalinghe. Secondo i dati della ricerca, la maggior parte delle famiglie dichiara di aver modificato in modo significativo la propria alimentazione dopo l’arrivo di un figlio.
La trasformazione più significativa riguarda il consumo di cibi freschi e preparati in casa: 7 famiglie su 10 dichiarano di averne aumentato il consumo, a fronte di una su 4 che, al contrario, rivela una diminuzione dopo l’arrivo del figlio. Subito dopo si colloca la maggiore attenzione all’equilibrio della dieta: il 68% delle famiglie cerca una dieta più equilibrata, a fronte di un 24% che invece ha ridotto questa intenzione.
Si osserva parallelamente una tendenza a ridurre il consumo di alimenti surgelati (metà delle famiglie ne consuma di meno, circa un terzo ne consuma di più) e a limitare snack e pasti spezzati (45% delle famiglie riduce l’abitudine, 31% la aumenta), così come i cibi d’asporto (48% ne riduce il consumo, 28% lo aumenta) e i piatti pronti (43% vs 23%).I dati evidenziano che la genitorialità porta con sé una maggiore responsabilità nella scelta degli alimenti. Una trasformazione che interessa non solo i bambini, ma l’intera famiglia, che per questo prende spunto dai menù della refezione scolastica. Per 4 famiglie su 10, in mensa i bambini hanno più occasioni di provare nuovi sapori rispetto al pasto a casa. In particolare, legumi (37%) e verdure (35%) sono alimenti che, secondo i genitori, vengono consumati di più a scuola che a casa, grazie alla varietà del menu scolastico. Un'opportunità per ampliare le abitudini alimentari e favorire una dieta più equilibrata, mentre l'alimentazione domestica è generalmente ritenuta più abbondante e più "sfiziosa" rispetto a quanto si mangia a scuola.
Il pranzo a scuola è visto come un momento cruciale della vita scolastica. Tra le richieste dei genitori su questi aspetti c’è quello di dare maggiore attenzione all'educazione alimentare e al movimento, con l'obiettivo di prevenire l'obesità infantile. Inoltre, i genitori di bambini tra i 7 e gli 11 anni sottolineano l'importanza di promuovere la sostenibilità e ridurre lo spreco alimentare nelle scuole. Per quanto concerne i costi del servizio, 6 famiglie su 10 li considerano adeguati e una su 10 li ritiene anti economici.
EFA News - European Food Agency