Canapa industriale: Masaf pronto a riattivare tavolo di filiera
Si punta a un piano di settore che valorizzi appieno le potenzialità della pianta in tutti i suoi usi
Negli ultimi mesi l’approvazione dell’articolo 18 del DL Sicurezza ha riportato al centro del dibattito politico e istituzionale la questione della canapa industriale, alimentando un clima di confusione normativa e interpretazioni divergenti, soprattutto in merito all’utilizzo delle infiorescenze a basso contenuto di Thc. In questo contesto, torna d’attualità il tema della costruzione di una filiera legale e tracciata, in grado di generare valore economico e ambientale per l’agricoltura italiana.
È in questo scenario che, nel corso della presentazione del libro “La coltivazione della canapa in Italia” (People Edizioni) dell’onorevole Giuseppe L’Abbate, già sottosegretario alle Politiche Agricole, il sottosegretario al Masaf Patrizio La Pietra ha annunciato che il ministero è pronto a riattivare il Tavolo tecnico di filiera della canapa industriale, con l’obiettivo di completare un piano di settore che valorizzi appieno le potenzialità della pianta in tutti i suoi usi: alimentare, tessile, cosmetico, edile e medico.
All’incontro, svoltosi presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica, ha partecipato anche il presidente della Commissione Agricoltura del Senato Luca De Carlo, che ha ribadito come la politica debba interrogarsi se esista o possa esistere una filiera realmente sostenibile su cui valga la pena investire risorse pubbliche, alla luce del DL Sicurezza che ha confermato l’esclusione di uso e commercializzazione delle infiorescenze per finalità ricreative.
L’incontro ha offerto l’occasione per approfondire i contenuti del volume di L’Abbate, che propone una ricostruzione normativa completa – dalla Legge 242/2016 fino al recente DL Sicurezza – insieme a una serie di proposte operative per rilanciare il settore.
“Oggi il primo ostacolo alla crescita del comparto è la confusione", ha affermato L’Abbate. "Per questo ho scritto un manuale chiaro e accessibile, che spieghi cosa dice la legge e cosa si può fare. Il punto di partenza è la chiarezza normativa. Il resto, incluse le proposte concrete inserite nel libro, dipende dalla volontà e dalla sensibilità politica”.
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