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Agronomi e forestali, finito il tempo delle soluzioni ordinarie

Entra nel vivo il Congresso: voce alle competenze qualificate del comparto agroalimentare e selvicolturale

È entrato oggi nel vivo delle discussioni il XIX° Congresso Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali iniziato ieri mercoledì 5 novembre nel segno della Giornata Giubilare dell’Agroalimentare. La giornata odierna è stata pensata per dare voce a quelle competenze altamente qualificate che presidiano il comparto agroalimentare e selvicolturale in un contesto che stimola l’elaborazione di idee per rispondere efficacemente alle sfide presenti.

In coerenza con l’avvio alla FAO, che ieri ha inquadrato il dibattito tra bioetica, sostenibilità e transizioni tecnologiche, la seconda giornata rilancia una visione aperta e comparativa che mette in relazione le esperienze nazionali e internazionali di scenario con le case history del settore agroalimentare e selvicolturale. Un confronto strutturato che consente alla professione di apprendere dal paragone, trasferire buone pratiche e restituire al Paese soluzioni concrete, scalabili e misurabili.

Il percorso odierno, ospitato al Campidoglio, si è aperto proprio con un focus su uno dei temi d’attenzione, ovvero quello dei boschi e delle foreste: resilienza degli ecosistemi, gestione attiva, filiere del legno e presidio della biodiversità diventano il banco di prova per una professione che sa integrare scienza ed esperienza sul campo. 

La sessione ha valorizzato il ruolo degli agronomi e dei forestali nell’anticipare i cambiamenti e nell’accompagnare le transizioni, ponendo le basi per un dialogo strutturato con istituzioni, ricerca e corpi sociali. In questo quadro, la presentazione del protocollo Masaf-DISR3/CONAF segna un passaggio simbolico: l’allineamento tra politiche pubbliche e responsabilità professionale e il riconoscimento dell’eccellenza come motore di miglioramento continuo.

Nel prosieguo, l’attenzione si è spostata sui nuovi sistemi produttivi sostenibili tra qualità e sicurezza del cibo, uso efficiente delle risorse, economia circolare e innovazione digitale, tutti temi che vengono letti nella cornice di una competitività di lungo periodo che deve saper conciliare conservazione e sviluppo.

Infine, ha fatto seguito un approfondimento sulla transizione ecologica nella pianificazione urbana, dove la cultura agronomica e forestale entra nel cuore delle città con infrastrutture verdi, nature-based solution, suolo e acqua: la qualità dell’abitare e la giustizia ambientale diventano così criteri per progettare spazi più resilienti e inclusivi in cui la capacità di leggere i sistemi viventi e di governarne le interdipendenze tra urbanistica, scienza ed ecologia qualificano il contributo degli agronomi e dei forestali. 

“Le trasformazioni che stiamo vivendo, così repentine, inattese e radicali hanno cambiato la realtà a cui credevamo di essere abituati e dobbiamo essere consapevoli che la cambieranno ancora -ha sottolineato Mauro Uniforni, presidente Conaf ((Consorzio degli ordini nazionali dei dottori agronomi e dei dottori forestali)-. Ecco perché dico che è passato il tempo delle soluzioni ordinarie, del qui e ora. Adesso serve uno sguardo più lungimirante”    

Proprio Uniformi, ieri, nella giornata inaugurale, ha acceso le luci sul Congresso, evidenziando la responsabilità delle categorie professionali nel costruire il legame decisivo tra produzione, tutela degli ecosistemi e cura del patrimonio comune. 

A seguire ha parlato il Direttore generale aggiunto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), Maurizio Martina. "Mi piace partire evidenziando il legame che c’è fra l’Italia e questa istituzione internazionale -ha detto Martina, ex ministro delle Politiche agricole e forestali dal 2014 al 2018-, in cui c’è uno sforzo continuo di portare l’esperienza e le specializzazioni italiane con le varie realtà internazionali. C’è molto bisogno che questi scambi si rafforzino, con Governi e istituzioni che realizzano la prima interlocuzione, ma altrettanto importante è il multilateralismo delle professioni, realizzato da organizzazioni come quella dei dottori agronomi e forestali: questa azione dal basso può realizzare grandi risultati".

Sempre all'inaugurazione di ieri ha parlato anche il ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida. "Dobbiamo ritrovare -ha detto il ministro- la centralità del mondo agricolo e forestale, e questo Governo ha investito più di 15 miliardi nel settore. Un settore che guardiamo osservando tutta la filiera, per esempio abbiamo investito nell’energia rinnovabile, finanziando imprese agricole che hanno prodotto il triplo rispetto alle previsioni precedenti". 

"Abbiamo investito nell’innovazione dei macchinari, sia elettrici che tradizionali -ha aggiunto Lollobrigida-. Abbiamo investito nella strategia forestale, perché la gestione del bosco è una cosa seria, col bosco che va mantenuto e curato, e abbiamo investito nelle filiere del legno. In Italia, abbiamo bisogno di qualità, di garanzia nei controlli, di filiere organizzate in cui la sostenibilità non può essere solo ambientale ma, con approccio qualificato e qualificante, dev’essere anche economica. Perché va garantito sia il massimo valore della qualità, che il valore economico". 

"Dobbiamo far crescere il reddito degli agricoltori -ha concluso il ministro- e in quest’ottica il collegamento con il vostro lavoro è più che diretto: senza il vostro contributo non si otterrebbe un risultato di qualità né una crescita della redditività per l’imprenditore agricolo. Gli agricoltori devono essere supportati a introdurre innovazioni, ma queste non possono essere solo tecnologiche, perché l’uomo non può essere sostituito e l’importanza della persona deve restare centrale".

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EFA News - European Food Agency
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