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Fipe: lotta alla concorrenza sleale e al dumping

Sangalli, Stoppani e Amato all'assemblea pubblica per gli 80 anni di Confcommercio

Qual è il valore sociale dell'impresa? L'80° anniversario di Confcommercio ha fornito l'occasione per fare il punto su un concetto che necessita una continua attualizzazione. "Quel 1945, fianco a fianco, è il primo gradino di una storia che abbiamo percorso, passo dopo passo, insieme per otto decenni e che, credo di poterlo dire, oggi vive un momento particolarmente felice", ha detto il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, nell'introduzione all'assemblea pubblica, tenutasi oggi nella sede nazionale della confederazione. "Insieme, celebriamo questi 80 anni non per nostalgia, ma perché la memoria illumina la strada del passato e apre la strada del futuro".

L'eventoè culminato con la lectio magistralis del presidente emerito della Corte Costituzionale Giuliano Amato sul tema "Il valore dell'impresa nella Costituzione".

Nel corso dell'assemblea della Federazione, il presidente di Fipe‐Confcommercio Lino Enrico Stoppani ha ricordato le sfide susseguitesi in questi otto decenni, sullo sfondo della ricostruzione post‐bellica, del boom economico, degli anni di piombo, fino ad arrivare alla globalizzazione e alla crisi pandemica.

È stato proprio durante i lockdown che "il Paese  si è improvvisamente reso conto che bar, ristoranti, locali da ballo, stabilimenti balneari, non erano soltanto imprese, luoghi di ristoro, incontro e divertimento", ha sottolineato Stoppani. "In quei mesi, il nostro settore non è stato solo vittima di restrizioni e chiusure, con i danni economici conseguenti, ma è diventato simbolo della resilienza sociale ed economica, dimostrando la propria centralità nella struttura sociale del Paese, avendo avuto anche la capacità di filtrare il grave disagio sociale che ha interessato anche i nostri imprenditori". 

Nel delicato contesto socio‐economico attuale il presidente di Fipe ha espresso "gratitudine ai tanti soggetti che si sono assunti, in questi decenni, la responsabilità di svolgere il gravoso ruolo sindacale, oltre che quello di ribadire il delicato e strategico ruolo che i Corpi Intermedi svolgono, non solo nell’interesse delle imprese rappresentate, ma anche del Paese".

Di seguito un riferimento al concetto di "bene comune", che, al giorno d'oggi, "sembra talvolta smarrito tra le pieghe di un individualismo esasperato, di una competizione senza regole, di un’economia che dimentica il suo fine originario: migliorare la vita delle persone". Se da un lato, la Carta Costituzionale ricorda l'"utilità sociale" dell'impresa, che recupera "il desiderio di ricercare ideali, valori, responsabilità", si conferma "importante saper metter al centro l’impresa e non solo la proprietà, perseguendo obiettivi sovraordinati rispetto ai pur legittimi interessi degli imprenditori, ricercando anche la qualità del giusto profitto", ha aggiunto Stoppani. Esiste, infatti, ha proseguito, "un profitto fecondo e un profitto sterile, un profitto che giova all’impresa e un profitto che la danneggia, un profitto che alimenta conflitti e un profitto che tiene insieme più interessi, anche sociali".

Al binomio impresa-bene comune, Stoppani ha associato anche la “Cucina italiana - Patrimonio immateriale dell’umanità” con il riconoscimento Unesco, il quale "non candida tanto le ricette tradizionali, i prodotti tipici, le tecniche di preparazione o le creazioni dei cuochi stellati, bensì propone di considerare 'patrimonio dell’umanità' il significato culturale e sociale del cucinare, la sua funzione valoriale nella nostra quotidianità".

Il presidente Fipe ha menzionato quindi alcuni numeri riguardanti il settore dei pubblici esercizi: su 1.142.427 lavoratori dipendenti nel settore (dati Inps), il 50,3% (ca. 575.000) sono donne, il 28% (ca. 320.000) sono stranieri, il 39,9% (ca. 456.000) sono giovani con meno di 30 anni.  Altri numeri significativi: 94.347 (28,8%) sono le imprese gestite da donne, 47.347 (14,5%) quelle guidate da stranieri e 40.407 (12,3%) quelle infine in mano a giovani under 35.

Venendo alle sfide attuali, Stoppani ha fatto riferimento alla "sfida ambientale" e alla riduzione dello "spreco alimentare"; quindi al ripensamento di "modelli organizzativi per promuovere un lavoro di qualità, stabile, dignitoso, basato sulla formazione continua e sulla valorizzazione del merito"; "coltivare il valore della legalità, combattendo con forza la concorrenza sleale, l’abusivismo, le infiltrazioni malavitose nel tessuto economico, l’irregolarità contrattuale, tutto ciò che offende la dignità delle imprese e delle persone oneste". A riguardo, Stoppani ha menzionato in particolare i "temi del dumping contrattuale", a tutela dei diritti dei lavoratori, "ma anche alla giusta pretesa di rigoroso rispetto del principio della leale concorrenza tra le imprese, che l’attuale giungla dei 'contratti pirata' impunemente disapplica".

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