Non riceve alcun finanziamento pubblico
Direttore responsabile:
CLARA MOSCHINI

Facebook Twitter Youtube Instagram LinkedIn

Foraggi disidratati. Aife: Italia secondo produttore europeo

Dati associazione certificano volumi quasi raddoppiati nell'ultimo decennio

Con una produzione che anche nel 2024 ha sfiorato 1 milione di tonnellate, l’Italia si conferma secondo produttore europeo di foraggi disidratati, posizionandosi dietro la Spagna che nello stesso anno di riferimento ha raggiunto 1,133 milione di tonnellate.

“Quello però che va evidenziato", sottolinea Gian Luca Bagnara, presidente di Aife/Filiera Italiana Foraggi, l’associazione che rappresenta quasi il 90% della filiera dei foraggi essiccati e disidratati italiani, "è l’aumento produttivo che abbiamo ottenuto in dieci anni, e più precisamente dal 2014 al 2024: passando da 585mila a 970mila tonnellate la crescita è praticamente raddoppiata, coprendo una superficie totale di circa 80mila ettari di terreno distribuito da nord a sud del Paese. Un risultato estremamente positivo che pone al primo posto l’elevata qualità del foraggio disidratato italiano, in grado di esprimere un valore proteico medio del 18%, trasformato per il 65% in balloni e per il rimanente 35% in pellet. Complessivamente, a livello europeo, lo scorso anno abbiamo raggiunto una produzione complessiva di 3,145 milioni di tonnellate di foraggio disidratato, composto per quasi 2,5 milioni di tonnellate da erba medica e il rimanente da altri foraggi”.

Dopo l’Italia, il terzo produttore europeo più importante è la Francia con 770mila tonnellate, mentre a maggiore distanza si posiziona la Germania con 185 mila tonnellate; quantitativi decisamente meno rilevanti arrivano dalla Danimarca, dai Paesi Bassi, dalla Bulgaria e dalla Gran Bretagna, sebbene non faccia più parte della UE.

“Se vogliamo garantire la vera sostenibilità e la qualità dei prodotti che portiamo sulla nostra tavola", aggiunge Bagnara, "dobbiamo riconnettere l’agricoltura alla zootecnia. In questa visione l’erba medica ricopre un ruolo di primo piano”. Un concetto che il presidente di Aife/Filiera Italiana Foraggi ha ben illustrato nel suo intervento al Congresso mondiale sull’erba medica che si è svolto a Reims, in Francia, dal 3 al 6 novembre 2025.

“Nel 2023 il commercio globale di foraggi ha toccato 3 miliardi di dollari", ha sottolineato Bagnara. "Gli Stati Uniti d’America sono i principali fornitori della Cina con una quota del 90% caratterizzata da una domanda dominata dal settore lattiero-caseario. L’Australia e il Canada si collocano come esportatori secondari verso l’Asia, il Medio Oriente e il Nord Africa. La Spagna rappresenta il principale attore nel settore dell’erba medica disidratata seguita, come esportatori aggiuntivi, dall’Italia, dalla Francia, dai Paesi Bassi, dalla Romania, dal Sudafrica e dall’Egitto. Il secondo più importante importatore mondiale di foraggi è il Giappone, che prevede rigidi protocolli ispettivi e severi requisiti fitosanitari. A seguire abbiamo l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti dove, nel 2018, a causa della carenza idrica è stato imposto il divieto alla coltivazione nazionale di foraggio verde, mentre nel 2024 è stata vietata l’importazione di semi di erba medica, di cui dal 2027 sarà proibita la produzione nazionale".

"Abbiamo infine la Corea del Sud e il Qatar, che pur essendo acquirenti di minori dimensioni mantengono acquisti costanti. Secondo il rapporto della Fao", ha proseguito il presidente di Aife/Filiera Italiana Foraggi, "nel periodo 2025-2034 la produzione di latte a livello globale aumenterà dell’1,8%/anno, parallelamente cresceranno anche le rese produttive per animale e, in maniera più moderata, in alcuni Paesi il numero di capi allevati. Nel calcolo delle emissioni di gas serra la produzione lattiero-casearia rappresenta  una quota importante che può essere mitigata dalla coltivazione di erba medica, capace di sequestrare il carbonio nel suolo arricchendolo naturalmente di azoto. Questo può avere un effetto positivo anche sui mercati finanziari perché proprio per le sue peculiarità la coltivazione di erba medica può beneficiare di crediti di carbonio, finanza verde e certificati di sostenibilità o incentivi verdi. Pertanto l’economia agraria, le dinamiche dei costi degli input e le decisioni sull’uso di acqua e suolo collegano erba medica e mercati finanziari, favorendo un valore aggiunto a questa coltura attraverso la domanda di finanza sostenibile e crediti di natura”.

Per quanto riguarda la produzione italiana di erba medica essiccata e disidratata, Bagnara torna sugli elevati standard qualitativi che la caratterizzano. “Le aziende nostre associate utilizzano seme certificato autoprodotto esclusivamente di provenienza italiana - conferma infine -  non utilizzano risorse idriche, fanno un ridotto uso di fertilizzanti chimici, rispettano le rotazioni colturali e adottano le migliori tecnologie per la gestione della coltura in campo. Il processo produttivo controllato include la rimozione di corpi estranei come metalli, sassi o terra e l’igienizzazione del prodotto a una temperatura minima di 100°C garantisce l’eliminazione di muffe e fermentazioni anomale. Scrupolose prove analitiche finali precedono lo stoccaggio stabilizzato e la conservazione del prodotto nel rispetto del sistema Haccp e in condizioni idonee come previsto dalle normative sanitarie vigenti”.

lml - 55376

EFA News - European Food Agency
Simili