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Valpolicella, l'unione fa la forza

Escusivo. Parla il presidente del consorzio, Christian Marchesini

I Consorzi del Parmigiano Reggiano e dei vini della Valpolicella, che insieme rappresentano un valore al consumo delle proprie Dop di oltre 4 miliardi di euro lanno, hanno deciso di unire le forze per sostenere i propri prodotti in Italia e nel mondo. Il programma – che ha come capofila il Consorzio tutela vini della Valpolicella e che conta su un budget co-finanziato dallUnione Europea per un valore di quasi 5,3 milioni di euro - terminerà nel 2027, al termine di un percorso di circa 25 eventi in Italia, Francia e Germania. L’obiettivo è rispondere a un contesto geopolitico segnato da chiusure commerciali, conflitti, calo del potere di acquisto attraverso una maggior presenza e tutela dei prodotti sui mercati. Per questo, dal prossimo anno, i due consorzi lavoreranno insieme su ulteriori nuovi progetti, a partire da aree obiettivo individuate nei Paesi Scandinavi e nel Nordamerica. 

In occasione della presentazione il presidente del Consorzio tutela vini Valpolicella Christian Marchesini ha rilasciato questa intervista a EFA News.

L’evento conclude le iniziative realizzate per il centenario del Consorzio. Tracci un bilancio di questi dodici mesi.

È un anno molto importante per il Consorzio 2025 per i 100 anni dell’anniversario. Oggi chiudiamo tutti i nostri eventi. Siamo partiti ovviamente da Amarone Opera Prima a febbraio 2025, passando per Vinitaly, per tutti gli eventi sia italiani tipo Roma, Venezia e Napoli, ma sicuramente anche all’estero. L’ultimo che abbiamo fatto è stato in Corea pochi giorni fa. Quindi eventi importanti per promuovere il vino della Valpolicella in Italia e nel mondo.

I vini della Valpolicella hanno da sempre una grande vocazione all’export. Quali mercati contate di aggiungere a quelli in cui siete già presenti e quali strategie avete previsto per incrementare l’export?

Innanzitutto dobbiamo sempre monitorare i Paesi già maturi come gli Stati Uniti ma sicuramente siamo molto attivi nel trovare nuovi sbocchi commerciali come potrebbe essere come dicevo appunto la Corea. Sicuramente il Giappone è ancora un mercato in cui noi dobbiamo lavorare per incrementare la nostra presenza e le iniziative sono quelle di accompagnare le aziende nel monitorare questi mercati come nuovi sbocchi. Non è una cosa facile ma è una cosa che deve essere programmata nel tempo.

Quali sono le misure che il Consorzio ha messo in atto per tenere il mercato in equilibrio?

Sono tutte le azioni consentite dalla legge italiana, che sono quelle di gestione dell’offerta quali la riduzione delle rese, il controllo totale del vigneto sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo e abbiamo anche determinato la produzione del vigneto per i prossimi tre anni per dare equilibrio e un mantenimento, una redditività agli agricoltori.

E queste misure che avete messo in atto hanno avuto un impatto o avranno un impatto sulla redditività dei produttori?

Questa è la nostra attività principale. Fondamentalmente cerchiamo di far in modo di  sì. Questo lo vedremo fra 1 o 2 anni se riusciamo a mantenere la redditività dell’agricoltura ma anche del comparto stesso.

Come stanno impattando i dazi sui vini della Valpolicella?

In questo momento un dato effettivo non c’è ancora. Lo si vedrà probabilmente con gennaio/febbraio 2026. Abbiamo di fondo evidentemente una preoccupazione ed è anche per quello che abbiamo chiesto al Ministero delle risorse per poter riaffrontare il mercato americano perché è fondamentale. Bisogna reagire aumentando le attività promozionali negli Stati Uniti.

Come state reagendo alle nuove tendenze di consumo che privilegiano vini freschi, più leggeri e serviti a basse temperature?

Noi ci siamo mossi anche in tempi non sospetti su un progetto importante che è il Valpolicella Superiore ed è già tre anni che presentiamo il Valpolicella e il Valpolicella Superiore a Venezia, servito nella glacette con abbinamenti ad esempio di pesce della cucina tradizionale veneziana. Ha dato ottimi risultati sia dal punto di vista di immagine, ma anche in termini di presenza di consumatori ai nostri eventi.

La produzione complessiva tra Valpolicella Doc, Ripasso, Amarone e Recioto del 2024 è stata di oltre 59 milioni di bottiglie, con un calo rispetto al precedente del 3%. Come vedete l’andamento del 2025?

Il 2025 si chiuderà in una posizione di equilibrio e quindi manterremo le posizioni. Il nostro impegno come Consorzio è appunto quello di cercare di fare tutto il possibile per aiutare le aziende a esplorare nuovi mercati, mercati maturi per mantenere le posizioni e vedere nel 2026/2027 una ripresa del nostro settore dei vini della Valpolicella.

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EFA News - European Food Agency
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