Barolo, cala il sipario su Eno7 del Turismo
Oltre 1.600 visitatori per l'edizione zero della fiera
Cala il sipario su ENO7 del Turismo, il grande evento che dal 21 al 23 novembre ha visto divenire Barolo la capitale mondiale dell’enoturismo, tra visioni, strategie e innovazione. Il Castello comunale Falletti, sede del WiMu - Museo del Vino, ha ospitato sette grandi destinazioni simbolo dell’enoturismo: Langhe, Toscana, Trentino, Sicilia, Champagne, Borgogna e Napa Valley. Tutto per un confronto internazionale dedicato all’ospitalità e al futuri dell’accoglienza, nel segno della sostenibilità e dell’autenticità.
La Barolo & Castles Foundation ha voluto celebrare così il suo quindicesimo compleanno, con una tre giorni di altissimo livello, salutata dall’arrivo della neve, che pur non ha fermato i 1.600 visitatori che si sono avventurati sulle colline di Langa. “Si è chiusa l’edizione zero di ‘ENO7 del Turismo’, in cui abbiamo gettato le basi per rinsaldare partnership e lavorare insieme alle destinazioni più importanti dell’enoturismo mondiale, istituendo un tavolo delle eccellenze per un confronto costante - commenta Liliana Allena, presidente della Barolo & Castles Foundation - Barolo può essere molto più di una destinazione, puntando a diventare un laboratorio vivo, un centro internazionale dove si costruiscono idee e modelli".
Parlando di Barolo & Castles Foundation, si nota come il 78% delle entrate arrivi da biglietti e servizi, percentuale che diventa 85% con i contributi da fondazioni bancarie: quindi, solo il 15% arriva da fondi pubblici (Regione e Comuni soci). La fondazione cuba oltre 517.000 euro dai soli biglietti e vanta circa 75.000 visitatori/anno (in tutti e 4 i castelli, ossia: Castello di Barolo, Magliano Alfieri, Serralunga d'Alba e Roddi, tutti situati in provincia di Cuneo. WiMu, invece, conta su circa 60.000 visitatori annui, di cui il 91% sono paganti: il 52% del totale visitatori paga titolo di ingresso intero, il 33% sono visitatori stranieri e il 20% famiglie.
"Abbiamo voluto sperimentare delle formule di degustazione molto gradite dal pubblico - prosegue Allena - l’idea di mettere insieme vino e cultura, offrendo un’esperienza trasversale, ha funzionato. Con grande entusiasmo ci prepariamo ora alle nuove sfide che ci attendono, mettendo al centro i castelli che impreziosiscono le nostre colline, Barolo in primis, pronti a fare sistema con tutti gli attori che abbiano a cuore il futuro di Langhe, Roero e Monferrato”.
Il breve riassunto della tre giorni langarola parte dall'apertura dei lavori, venerdì 21 novembre, affidata proprio alla presidente della Barolo & Castles Foundation Liliana Allena, che ha dato avvio al convegno internazionale “Visioni – Strategie – Innovazione – Ospitalità” iniziato con una panoramica sul mondo del vino, dallo scandalo metanolo degli anni ’80 al riconoscimento Unesco del 2014, passando per la crescita internazionale degli anni ’90 e la strutturazione dei servizi turistici arrivata nel primo decennio del nuovo millennio.
Infine, gli interventi delle regioni ospiti, con Thomas Bensel (managing director del Culinary Institute of America) e Sally Camm (sommelier, chief client success officer di Umego.AI) per la Napa Valley, Corinne Couchou-Meillot (Chateaux de Bligny export manager) per la Champagne, Mauro Mattei (responsabile commerciale Ceretto Terroirs) per la Borgogna, Francesco Tapinassi (direttore di Toscana Promozione Turistica) per la Toscana, Maddalena Prada (direttrice della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino) per il Trentino e Gori Sparacino (direttore della Strada del Vino Terre Sicane) per la Sicilia.
A conclusione dei lavori, l’impegno a istituire un tavolo delle eccellenze per un confronto costante, con il monitoraggio delle attività, ragionando sull’innovazione di prodotto, di processo e della comunicazione del vino ai turisti, allo scopo di rafforzare la partnership tra territori con storie e peculiarità differenti, ma obiettivi comuni: il primo passo per la stesura di una Carta dell’Enoturismo.
Sabato 22 novembre, nelle stanze del Castello il pubblico ha vissuto un percorso sensoriale ininterrotto: dalle creazioni gastronomiche di Fulvio Siccardi con il suo iconico Uovo in Gabbia e Tartufo Bianco d’Alba servito con Barolo DOCG, fino alle cinque Degustazioni Culturali, dove ogni annata è diventata la scintilla di un dialogo con l’arte, il teatro, la letteratura, il design.
La chiusura, domenica 23 novembre, ha portato al centro la pluralità delle identità enologiche con la Grande Degustazione Internazionale all’Enoteca Regionale del Barolo: più che un percorso di assaggi, è stato un itinerario narrativo, un incontro tra mondi diversi che parlavano la stessa lingua delle colline, dell’ospitalità e del saper fare.
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