La Tunisia prova a fare pace con l'olio d'oliva
Il paese (2° tra i produttori) sospende i dazi e Iva. Opportunità per l'Italia
La Tunisia quest'anno è entrata di prepotenza, in tutti i sensi, sul podio della produzione di olio d'oliva. La campagna olearia 2025–2026 fa, infatti, aumentare le speranze che il settore tunisino registri una specue di “salto storico”: le previsioni indicano una produzione compresa tra 400mila e 500mila tonnellate di olio per questa stagione, collocando la Tunisia al secondo posto mondiale tra i produttori di olio d’oliva. Come sappiamo, la cosa sta avendo pesanti ripercussioni sul prezzo dell'olio: abbondanza produttiva e aumento delle quantità esportate non si traducono in un profitto adeguato, secondo i produttori tunisini. Anzi, i ricavi derivanti dalle esportazioni stanno crollando, mentre i mercati internazionali esercitano una forte pressione sui produttori, in un contesto segnato da problemi strutturali nelle modalità di esportazione.
Nonostante tutto, con l'entrata in vigore della Legge Finanziaria 2026 , la Tunisia intende gestire questa annata olivicola caratterizzata da volumi di produzione elevati puntando sulla valorizzazione del prodotto locale. Per evitare il crollo dei prezzi e ridurre la dipendenza dall'export di olio sfuso, il governo ha introdotto la sospensione dell'IVA e l'esenzione dai dazi doganali su tutti gli input necessari alle operazioni di imbottigliamento e confezionamento.
Alcuni già parlano di opportunità per il Made in Italy, in verità. La Tunisia, infatti, possiede la materia prima, dicono gli esperti, ma necessita di un urgente upgrade tecnologico industriale per confezionarla secondo gli standard internazionali. L'industria italiana, leader mondiale nel settore del packaging e dell'imbottigliamento alimentare, è il partner naturale per questa transizione. Le opportunità di export per le aziende italiane riguardano:macchinari: linee complete di imbottigliamento, tappatrici ed etichettatrici di precisione, oltre a materiali come fornitura di bottiglie in vetro di design, lattine e soluzioni di chiusura innovative. Possibile, secondo gli esperti, anche l'export dell'utilizzo del know-how: consulenza per il design del packaging e conservazione del prodotto.
Insomma, con l'abbattimento delle barriere tariffarie su questi beni strumentali, le tecnologie italiane diventano ancora più competitive sul mercato tunisino, permettendo agli operatori locali di accedere a macchinari di alta gamma a costi ridotti.
EFA News - European Food Agency