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Mele: export italiano da record

Raccolto in crescita per la campagna 2025/26. Alto Adige si conferma leader

Secondo le ultime stime del Wapa (World Apple and Pear Association) riferite da Ismea, la produzione europea di mele per la campagna 2025/26 dovrebbe attestarsi a poco meno di 11 milioni di tonnellate, segnando un incremento del 5% rispetto alle previsioni diffuse ad agosto. L'aumento è legato alle condizioni meteorologiche più favorevoli di fine estate, che hanno consentito un miglioramento del calibro e della colorazione delle varietà di media e tardiva maturazione. Il rialzo delle stime riguarda soprattutto la Polonia, con un incremento di circa 400mila tonnellate, seguita dalla Germania (+70mila tonnellate) e, in misura minore, da Belgio, Paesi Bassi e Francia.

A livello globale, gli scambi internazionali di mele movimentano circa 7 milioni di tonnellate, per un valore complessivo di 7.077 milioni di euro. Nella campagna 2024/25 l'Italia è il principale paese esportatore mondiale, con spedizioni per 1.173 milioni di euro e una quota in valore del 16%, seguita dagli Stati Uniti (14%) e dalla Cina (13%). A completare la top ten si trovano Nuova Zelanda, Cile, Sudafrica, Polonia, Francia, Paesi Bassi e Turchia, che insieme rappresentano una quota rilevante del commercio mondiale, pur mantenendosi distanti dai tre leader.

Secondo i dati Istat, negli ultimi anni le superfici dei meleti in produzione in Italia si sono stabilizzate intorno ai 54 mila ettari, con una marcata concentrazione nelle Province autonome di Bolzano e Trento, che da sole rappresentano il 49% del totale nazionale. Seguono Piemonte, Veneto ed Emilia‑Romagna, che complessivamente costituiscono circa il 30% del potenziale produttivo, mentre la Campania mantiene un ruolo distintivo grazie alla produzione della varietà Annurca. Nel complesso, non emergono variazioni significative del potenziale produttivo rispetto al 2024, né rispetto alla media dell'ultimo triennio.

Per il 2025, Assomela stima una produzione nazionale di 2.317.545 tonnellate, un valore in linea con quello dell'anno precedente e superiore di circa il 5% alla media 2022‑2024. A livello territoriale, l'Alto Adige si conferma leader con il 46% del raccolto nazionale, seguito dal Trentino (22%), Piemonte (11%), Veneto (9%), Emilia‑Romagna (8%) e Friuli‑Venezia Giulia (2%); Campania e altre regioni chiudono la classifica con quote più contenute. Rispetto al 2024, nel 2025 c'è stato un incremento produttivo in Alto Adige, Trentino, Campania e Lombardia, mentre in Piemonte, Veneto e Friuli‑Venezia Giulia un calo.

La qualità generale delle mele è stata molto buona per tutte le principali varietà. La quantità destinata al mercato del fresco ha raggiunto 2.037 milioni di tonnellate, in aumento del 2% rispetto al 2024 e del 9% rispetto alla media degli ultimi tre anni. La produzione biologica si è attestata a 174.599 tonnellate, in calo del 6% sul 2024.Dal punto di vista varietale, la Golden Delicious si conferma la cultivar più rappresentata, seguita dal gruppo Gala e dal trio Granny Smith, Fuji e Red Delicious. L'offerta delle nuove varietà ha superato complessivamente le 300mila tonnellate. Le stime restano parziali e saranno aggiornate con la disponibilità dei dati relativi alle aree e alle varietà tardive.

Tra i prodotti ortofrutticoli italiani, la mela si conferma quello con il miglior saldo della bilancia commerciale. Nell'ultima campagna, da agosto 2024 a luglio 2025, l'Italia ha registrato un avanzo record di 1.146 milioni di euro, grazie all'esportazione di 1.068 milioni di kg di mele. Si tratta di un volume storico, secondo soltanto ai 1.086 milioni di kg esportati nella campagna 2016/17. Rispetto alla stagione precedente, il saldo commerciale è aumentato del 19%, raggiungendo il livello più elevato di sempre. 

La campagna commerciale 2025/26 delle mele italiane è partita con un'impostazione positiva, confermando molte delle dinamiche favorevoli osservate nella precedente stagione. Dal punto di vista quantitativo, l'offerta nazionale di mele da tavola si colloca su livelli molto simili a quelli dell'ultimo anno, mentre il profilo qualitativo risulta complessivamente elevato, con una buona distribuzione dei calibri.

Sul fronte varietale, continua a crescere la disponibilità delle mele club (protette da brevetto varietale), elemento che consente una segmentazione più spinta dell'offerta e l'adozione di strategie di marketing maggiormente mirate. Le vendite all'interno del sistema melicolo organizzato mostrano, sin dall'inizio della stagione, un andamento positivo, in particolare sul mercato italiano, con un ritmo di decumulo sostanzialmente allineato a quello dell'annata precedente.

Anche le spedizioni verso i mercati extra UE procedono con buon dinamismo. Un segnale incoraggiante proviene dalla riapertura del Canale di Suez, lungo il quale sono tornati a transitare alcuni carichi dopo un periodo in cui la tratta era risultata quasi impraticabile, con importanti ripercussioni sui tempi logistici e sui costi di trasporto. Parallelamente, gli operatori del settore sono molto attivi nella ricerca di nuovi sbocchi sui mercati terzi, con particolare attenzione alle aree del Centro e Sud America.

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EFA News - European Food Agency
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