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CLARA MOSCHINI

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Legge di bilancio, giù le tasse sulle mance

Per incentivare i lavoratori nella ristorazione. Bene per la Fipe, purchè non si creino nuovi oneri

Il governo viole tagliare le tasse sulle mance. La proposta dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, inserita nella legge di Bilancio, prevede una riduzione dell’aliquota sulle mance al 5%. Una misura pensata per provare a trovare camerieri, ma anche receptionist degli alberghi: di fatto la speranza è quella di incentivare i lavoratori del settore combattendo così la carenza di personale. 

La proposta segue quella del presidente francese, Emmanuel Macron, che ha annunciato la detassazione per le mance pagate con bancomat e carte di credito. In quel caso si è voluto dare un segnale contro l’inflazione, in Italia bisognerà invece capire se questa misura può funzionare, considerando che spesso le mance vengono date a mano e non sono tracciate in alcun modo.

"La volontà di regolamentare il fenomeno delle mance è certamente caratterizzata dalle migliori intenzioni", commenta Lino Enrico Stoppani, Presidente di Fipe-Confcommercio, la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi. "Tuttavia, è necessaria una riflessione approfondita per evitare che questo intervento generi ulteriori oneri per imprese che vivono ormai in permanente difficoltà. Se si vuole creare un circolo virtuoso che consenta l’emersione di un fenomeno che da tempo richiedeva un suo riconoscimento, non solo per i lavoratori direttamente coinvolti ma anche per le imprese esposte a continui rischi e controlli, è necessario creare un sistema efficace che veda l’imprenditore come semplice intermediario di transazioni economiche destinate dai clienti ai lavoratori e che quindi non generi costi aggiuntivi per l’impresa, prevedendo la decontribuzione totale per garantire neutralità e dare efficacia ad un provvedimento con intenti e spirito giusti".

red - 27717

EFA News - European Food Agency
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