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Electrolux in crisi ma l'Italia (per ora) si salva

Nel 2022 utile operativo -5,5%: chiude stabilimento in Ungheria, Porcia e Susegana non si toccano

"Sulla base dell'analisi delle esigenze di capacità produttiva, abbiamo deciso di interrompere la produzione dello stabilimento di Nyíregyháza in Ungheria dall'inizio del 2024". L'annuncio arriva dal presidente e ad di Electrolux Jonas Samuelson a commento dei dati di bilancio 2022 chiuso con un fatturato netto di 134.880 milioni di corone svedesi pari a oltre 11,8 miliardi di Euro. L'utile operativo supera 73,1 milioni di Euro. 

Nel quarto trimestre, il fatturato netto è stato di oltre 3,1 miliardi di Euro l'utile operativo è sceso di 172 milioni di Euro, pari a un margine del -5,5%. "Il calo rispetto all'anno precedente -aggiunge la nota di Electrolux- è stato determinato dalla diminuzione dei volumi in tutte e quattro le aree di business e dai livelli di costo significativamente più elevati nell'area di business Nord America", che ha registrato una perdita sottostante di oltre 105 milioni di Euro. In base a questi dati, riporta la nota, "il consiglio di amministrazione propone di non pagare alcun dividendo per il 2022".

L'andamento non certo positivo della multinazionale degli elettrodomestici ha portato il ceo a decidere per la chiusura dello stabilimento ungherese di frigoriferi di Nyíregyháza, in Ungheria, che cesserà la produzione a inizio 2024. La fabbrica Nyíregyháza che produce frigoriferi è lo stabilimento gemello di quello di Susegana, a Treviso che ha circa 650 dipendenti e produce anch'esso frigoriferi. Di fatto, al momento, con lo stop alla fabbrica ungherese, sembrano essere salve le strutture italiane di Porcia (PN) e Susegna (TV) per cui si paventavano esuberi per oltre 200 addetti. 

Samuelson ha sottolineato che "la decisione del 1° febbraio 2023 di interrompere la produzione presso lo stabilimento di Nyíregyháza in Ungheria dall'inizio del 2024 comporterà una voce negativa non ricorrente di circa 550 milioni di corone svedesi nel primo trimestre del 2023. La direzione strategica -aggiunge- è quella di ottimizzare l'impronta della produzione di refrigerazione dal punto di vista dei costi, sia attraverso l'outsourcing che la produzione propria, sfruttando la scala del gruppo".

Commentando i dati di bilancio l'ad ha specificato che "nel 2022, oltre ai vincoli della catena di approvvigionamento, si sono presentate nuove sfide: l'elevata inflazione generale, l'aumento dei tassi di interesse, l'impennata dei prezzi dell'energia e l'aumento delle tensioni geopolitiche. Questi fattori hanno avuto un impatto negativo sulla domanda di elettrodomestici da parte dei consumatori, particolarmente evidente nell'ultima parte dell'anno".

"Nel quarto trimestre -aggiunge il ceo-, i volumi di vendita significativamente inferiori hanno determinato un calo organico delle vendite dell'8,4%. La diminuzione dei volumi in tutte le regioni è stata accompagnata da livelli di costo molto elevati nelle nostre attività in Nord America". 

"È incoraggiante -prosegue Samuelson- il fatto che abbiamo ridotto in modo significativo la nostra impronta climatica e che già nel 2022 abbiamo raggiunto l'obiettivo climatico, basato su dati scientifici, di ridurre le emissioni di COdelle nostre attività dell'80% rispetto al 2015. Stiamo ora rivedendo i nostri obiettivi per il futuro, alzando ulteriormente l'asticella del nostro programma di sostenibilità".

"Per quanto riguarda il 2023 -spiega l'ad-, si prevede che il sentiment dei consumatori continuerà a essere influenzato negativamente da un contesto di inflazione e tassi di interesse elevati, anche se con differenze regionali. La domanda di elettrodomestici di base per l'intero 2023 dovrebbe quindi essere negativa in tutte le regioni, ad eccezione della regione Asia-Pacifico, Medio Oriente e Africa, per la quale si prevede un andamento positivo".

"Per questo motivo, stimiamo che i nostri volumi nel 2023 diminuiranno rispetto all'anno precedente, in parte mitigati da miglioramenti del mix grazie alla nostra forte offerta -aggiunge Samuelson-. Prevediamo che i fattori esterni saranno negativi per l'anno in corso, guidati dall'inflazione del costo dell'energia e del lavoro e dal vento contrario della valuta, e che la maggior parte di questi fattori influirà sull'Europa e sull'America Latina". 

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EFA News - European Food Agency
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