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Domino's Pizza Italia al capolinea

Non convince il piano di salvataggio di EPizza, che finisce in liquidazione

Fallisce Domino's Pizza Italia. Dopo la bocciatura nel novembre scorso della proposta di concordato, da parte del tribunale di Milano, adesso Luca Giani, giudice dello stesso tribunale, ha avviato la procedura di liquidazione di EPizza S.p.a., utilizzatrice del marchio per l'Italia, nominando Danilo Cannella quale curatore e convocando i creditori per il prossimo 21 giugno per l'esame dello stato passivo. In sostanza, il piano presentato da EPizza, che gestiva in Italia i 20 locali affiliati di Domino’s Pizza, non ha convinto e così finisce in liquidazione la società che ha raccolto soldi anche tra i rampolli dell'imprenditoria nazionale. I locali sono stati chiusu nell'agosto dello scorso anno (vedi articolo di EFA News dell'8/8/2022).

Secondo l'ultimo bilancio disponibile, quello 2021, EPizza a fronte di un fatturato di 10,5 milioni di euro aveva accumulato debiti per quasi 20 milioni di Euro, di cui 5,3 milioni verso banche: il piano concordatario prevedeva il realizzo di 1,5 milioni a servizio dei creditori, anche grazie alla cessione di cinque punti vendita (con un incasso stimato in 400 mila Euro) ai rivali di "Runner Pizza".

A complicare i piani di espansione del gruppo, che ambiva ad aprire addirittura 900 punti vendita entro il 2030, sarebbe stata la pandemia, con la crescita enorme della concorrenza nel settore del food delivery che ha messo definitivamente in crisi la sostenibilità dei debiti e del business di EPizza e delle 29 filiali di Domino's Pizza.

Secondo la mappatura che ha fatto il sito Affaritaliani.it, della cordata, al momento della crisi, faceva parte la società di diritto britannico Evcp Growth Holdings Limited (posseduta dall’omonimo fondo lussemburghese) del finanziere italiano Marcello Vittorio Bottoli e di cui sono azionisti, fra gli altri, la Ithaca e la Ithaca 2 di Luigi Berlusconi, figlio di Silvio Berlusconi; la Legendary Investments, società creata ad hoc per veicolare l’investimento di altre società, tra le quali compare anche la Ithaca 2 di Luigi Berlusconi (figlio di Silvio Berlusconi); la Italian Retail guidata dal manager Alessandro Lazzaroni e che dal 2015 investe in aziende innovative; Aldo Sutter, presidente e amministratore delegato dell’omonimo gruppo attivo soprattutto nel campo della produzione di prodotti per la pulizia; Novagen di Piero Coin (figlio di Vittorio già proprietario dell’omonimo gruppo di grande distribuzione); la Vfm di  di Roberto Ferraresi, amministratore delegato di The Equity Club, il club del di Mediobanca; la Aletti Fiduciaria del gruppo Banca Popolare di Milano e, ancora, con uno 0,2% la Elilani di Raffaele Roberto Vitale, oggi manager del private equity Pai Partners e nipote del defunto Guido Roberto Vitale, economista, banchiere, decano del capitalismo italiano morto nel febbraio del 2019.

Dell'Italia e dei problemi dei punti vendita dello Stivale, nelle ultime relazioni finanziarie del colosso americano della pizza si fa menzione solo per menzionarla tra le 229 chiusure nel mondo avvenute tra Brasile, Russia e, appunto, Italia. Approdata in Italia nel 2015, la catena Usa, famosa all'estero anche per i condimenti "non tradizionali" sulle pizze, aveva aperto punti vendita tra Milano, Torino, Bergamo, Bologna, Roma, ed in Veneto. 

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EFA News - European Food Agency
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