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CLARA MOSCHINI

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A rischio le coltivazioni storiche dell'Emilia

Sommerse le albicocche di Imola: persi 400 milioni di chili di grano, decimato il Senatore Cappelli

Iniziativa di solidarietà di Coldiretti 'Salviamo le nostre campagne': è possibile sostenere le aziende agricole colpite con un versamento al seguente Iban: IT 55 U 02008 02480 000106765286, intestato a Federazione regionale Coldiretti Emilia Romagna con causale Alluvione Emilia Romagna2023.

Dall’albicocca di Imola alla fragola di Romagna, dal grano Senatore Cappelli alla ciliegia di Cesena fino al maiale mora romagnola. L’alluvione che ha colpito l'Emilia Romagna mette a rischio anche la biodiversità, con intere produzioni che sono state cancellate dopo che gli agricoltori erano riusciti in questi anni a salvarle dall’estinzione. 

L’allarme, lanciato da Coldiretti in occasione della Giornata Mondiale della Biodiversità che si è celebrata il 22 maggio a Palazzo Rospigliosi a Roma, assume toni ancora più gravi ogni ora che passa. L’alluvione ha devastato oltre 5 mila aziende agricole e allevamenti in una delle aree più agricole del Paese con una produzione lorda vendibile di circa 1,5 miliardi di Euro (vedi EFA News). 

Giorno dopo giorno, però, aumenta la stima di quanto perso: il maltempo, infatti, ha sommerso i campi con la perdita di almeno 400 milioni di chili di grano decimando anche le semine del Senatore Cappelli, un grano duro antico che ha più di 100 anni selezionato nel 1915 dall’agronomo Nazareno Strambelli che lo ha così chiamato in onore del senatore del Regno, Raffaele Cappelli. Una varietà che negli anni 60 ha iniziato a scomparire prima di essere recuperato grazie all’impegno degli agricoltori romagnoli.

Il dramma dei frutteti

Ma l’esondazione -aggiunge Coldiretti in un comunicato- ha sommerso "anche i frutteti soffocando le radici degli alberi fino a farle marcire con la necessità di espiantare e poi reimpiantare quasi 15 milioni di piante tra pesche, nettarine, kiwi, albicocche, pere, susine, mele, kaki e ciliegi. Tra queste le pesche e le nettarine di Romagna Igp le cui origini risalgono al XIX secolo, ma anche le albicocche Reale e Val Santerno di Imola, due varietà autoctone di grande qualità che già dal 1900 rappresentano una delle principali fonti di reddito per le aziende agricole del territorio e ha senz’altro contribuito ad arginare l’esodo rurale". 

Minacciata anche la Ciliegia di Cesena, una varietà anch’essa dalle origini antiche e "molto amata per il gusto e la consistenza della polpa, così come la fragola di Romagna, i cui campi sono da decenni parte integrante del paesaggio rurale dell’entroterra ed ora sotto finiti sott’acqua".

Allevamenti in pericolo...

Preoccupante è la situazione anche per i 250mila bovini, maiali, pecore e capre allevati nelle stalle della Romagna alluvionata dove si contano anche circa 400 allevamenti avicoli, tra polli, galline da uova e tacchini dove secondo la Coldiretti si evidenziano purtroppo diverse situazioni di criticità con migliaia di animali morti e affogati. "In pericolo è -sostiene Coldiretti- l’importante azione di recupero delle razze storiche da parte degli allevatori, dal maiale di mora romagnola ai bovini da carne di razza romagnola, che nel passato avevano rischiato l’estinzione".

Per la ripresa dell'Emilia Romagna alluvionata, ribadisce Coldiretti, è fondamentale l’attivazione del Fondo di Solidarietà dell’Unione Europea che ha già mobilitato oltre 8,2 miliardi di Euro per interventi mirati a fronteggiare calamità in 24 Stati membri negli ultimi venti anni. È quanto emerge da una analisi di Coldiretti in occasione della visita della presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen sui territori devastati dal maltempo.

"Le importanti misure per imprese e lavoratori varate dal Governo sono un primo passo significativo per affrontare l’emergenza nella Regione dove a seguito dell’alluvione saranno necessari ulteriori sforzi e risorse anche con il contributo dell’Unione Europea", sottolinea Coldiretti in una nota. 

Lo Stato membro colpito da calamità può presentare alla Commissione una domanda d’intervento del Fsue, Fondo di solidarietà dell’Unione europea entro al massimo dodici settimane dalla data in cui si sono verificati i primi danni provocati dalla catastrofe. Il percorso di assegnazione di una sovvenzione, seguita da una procedura di bilancio (approvazione del Parlamento e del Consiglio), può durare diversi mesi ma gli Stati membri hanno la possibilità di chiedere il versamento di un anticipo fino al 25 % dell’importo totale del contributo finanziario previsto a titolo dell’Fsue, con un limite a 100 milioni di euro. Per l’ultima alluvione avvenuta nel 2021 in Germania sono stati stanziati complessivamente 613 milioni di euro, ricorda Coldiretti. 

"Occorre tagliare la burocrazia e i tempi per fare arrivare il più in fretta possibile gli aiuti alle famiglie e alle imprese e sostenere la voglia di ricominciare di una popolazione che sta stupendo il mondo per la sua grande forza -ribadisce il presidente Ettore Prandini-. Si tratta di salvare un territorio di circa 300mila ettari di superficie agricola dei quali oltre 25mila ettari di frutteti con nell’ordine pesche e nettarine, kiwi, albicocche, susine, pere, kaki, ciliegi e castagni mentre in altri sono 25mila ettari sono piantati vigneti ma ci sono anche migliaia di ettari coltivati ad orticole come patate, pomodoro, cipolla e altro anche per la produzione di sementi". 

"Oltre 60mila ettari sono coltivati a grano duro per la pasta, grano tenero per il pane, orzo, sorgo e mais -aggiunge l'organizzazione nella nota-. Su altri 7mila ettari si estendono le coltivazioni di girasole, colza e soia mentre oltre 40mila ettari sono coltivati ad erba medica per l’alimentazione animale. È, infatti, preoccupante la situazione anche degli allevamenti con 250mila fra bovini, maiali, pecore, capre, polli, galline da uova e tacchini e migliaia di animali morti e affogati".

"Ai danni sulla produzione agricola -evidenzia Coldiretti- si aggiungono quelli alle strutture come gli impianti dei frutteti, le serre, gli edifici rurali, le stalle, i macchinari e le attrezzature perse senza contare la necessità di bonificare i terreni e ripristinare la viabilità nelle aree rurali con frane nelle aziende e lungo le strade". 

"Un aiuto -conclude la nota- può venire dalla solidarietà con l’iniziativa di solidarietà 'Salviamo le nostre campagne' grazie alla quale sarà possibile sostenere le aziende agricole colpite con un versamento al seguente Iban: IT 55 U 02008 02480 000106765286, intestato a Federazione regionale Coldiretti Emilia Romagna con causale Alluvione Emilia Romagna2023".

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