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Nutrizione clinica: c'è un deficit nella formazione

Da rapporto Nutrendo panorama desolante: argomenti poco trattati in Italia (e nel mondo)

È stato pubblicato il rapporto su Nutrizione clinica e formazione nei corsi di laurea in medicina e chirurgia. Di fatto, si tratta della prima mappa italiana sull’insegnamento della nutrizione umana e clinica nei corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia, frutto del lavoro condotto dal gruppo di lavoro della Sinuc e reso pubblico nell'ambito del recente Forum Nutrendo a Roma (vedi EFA News).

Ebbene i risultati della ricerca non sono affatto confortanti: il report, infatti, dimostra come sia "urgente e doveroso rivedere i curricula dei corsi di laurea includendovi in modo più ampio, approfondito e strutturato l’insegnamento della Nutrizione umana e clinica. La materia, sottolineano gli esperti, rappresenta una componente essenziale per la salute e il benessere umano ed è strettamente correlata allo sviluppo economico e sociale e anche le Nazioni Unite hanno indicato il periodo 2016-2025 come un decennio d’azione globale per la nutrizione per il contrasto a tutte le forme di malnutrizione. 

La formazione sulla nutrizione umana dovrebbe essere presente in diversi corsi di laurea, aggiungono i ricercatori: a eccezione di alcuni casi, tuttavia, è invece inconsistente nei diversi corsi accademici in tutto il mondo. E L’Italia non fa eccezione: addirittura, sostengono i ricercatori, l'insegnamento della nutrizione umana è generalmente "poco rappresentato anche all’interno del percorso di formazione del medico". 

Il gruppo di lavoro “Nutrizione clinica e formazione” ha condotto un’analisi per comprendere e descrivere lo stato attuale dell’insegnamento di nutrizione umana e clinica. Ne viene fuori un panorama desolante, secondo cui l’argomento "malnutrizione" è trattato nel 54% dei corsi di laurea in medicina ma non è trattato nel 24%, mentre nel 22% dei casi non vi è risposta al quesito o non esistono i dati. L’argomento “fabbisogno di energia, micro e macro nutrienti” è stato trattato nel 70% dei corsi di laurea, mentre non è trattato nel 10%. 

Ancora: il tema delle allergie e intolleranze alimentari, è trattato nel 36% dei corsi di laurea ma non trattato nel 36%. Addiritrtura il tema "disturbi del comportamento alimentare", seocndo gli esperti "è poco rappresentato negli insegnamenti nonostante il suo rilevante impatto clinico e sociale". Un tema come l'intervento nutrizionale nell’insufficienza d’organo (fegato, rene) è trattato nel 34% dei corsi di laurea mentre l'ntervento nutrizionale nelle patologie oncologiche o neurodegenerative (esempio: la sla "è trattato in un misero 30%" deicorsi "non è trattato nel 26%, mentre non ci sono dati o risposte per il 44% dei casi". Infine, la nutrizione artificiale è trattata nel 40% dei corsi. 

“I medici rappresentano una figura indispensabile per assicurare cure e terapie nutrizionali, tuttavia, potrebbero sentirsi impreparati a causa della mancanza di formazione su questo argomento -spiega Maurizio Muscaritoli, presidente SINuC e ideatore del Forum Nutrendo-. L’analisi svolta dal nostro gruppo di studio, ha mostrato, in generale, che gli argomenti che attengono alla formazione della nutrizione clinica sono trattati in media da poco meno della metà dei rispondenti: questo significa che i medici non sviluppano la sensibilità a riconoscere uno stato di malnutrizione che agisce come fattore prognostico negativo. Un paziente malnutrito è debole, fragile e ha meno strumenti per sopportare la tossicità di alcune terapie”. 

Il rischio, sottolineano ancora gli esperti, è che i clinici non riescano ad affrontare gli aspetti nutrizionali di malattie come cancro, obesità e diabete e altre rilevanti malattie croniche e acute nei loro pazienti. Mentre un’adeguata formazione in nutrizione umana e clinica è fondamentale per garantire al paziente le migliori cure.

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EFA News - European Food Agency
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