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Carne sintetica/2. Lobby all'attacco dell'Europa "in ritardo"

Per Good food insititute, dopo ok Usa, si rischia di perdere un treno miliardario

Gli Stati Uniti dicono definitivamente sì alla carne sintetica. È questa, di fatto, la conclusione a cui si arriva dopo che il Dipartimento dell'Agricoltura statunitense ha dato il suo benestare alla commercializzazione della cosidetta carne Frankenstein, consentendo che due aziende come Upside Foods e Good Meat, da tempo impegnate nelle ricerche per produrre la nuova carne, possano portare la loro carne coltivata sulle tavole di ristoranti e famiglie.

A questo punto è lecito domandarsi: se gli Stati Uniti hanno detto sì, cosa sta facendo l'Europa? Perché il business è di quelli che contano, come possiamo immaginare. Le autorizzazioni alla vendita consentiranno ai consumatori di mangiare "vero pollo", secondo gli esperti, prodotto però senza causare danni agli animali o all'ambiente, anche se è tutto da dimostrare. E che potrebbe soprattutto portare nelle casse delle aziende che si dedicheranno al settore dei bei quattrini: si parla di un giro d'affari che ha già toccato la cifra record di 1,3 miliardi di dollari e che potrebbe diventare 10 volte più grande da qui al 2030, con qualcuno che ipotizza una cifra record da 25 miliardi di dollari entro il 2030.

L'Italia, lo sappiamo, ne abbiamo dato ampiamente conto, è apertamente contro. Le associazioni ambientaliste e di produttori, hanno dato vita alla prima alleanza strutturata contro il cibo sintetico sottoscrivendo anche un manifestao (vedi EFA News). Contro si sono schierate aperttamente personalità del calibro di Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia (vedi EFA News) ma soprattutto rappresentanti di punta delle istituzioni come, in primis, il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida (vedi EFA News) e la premier Giorgia Meloni, a vele spiegate per la difesa del made in Italy (vedi EFA News. Nemmeno gli italiani la gradiscono: secondo l'ultimo rapporto Eurispes solo un qarto la mangerebbe (vedi EFA News). 

In Europa, non tutti sono concordi con le nostre prese di poazione contro la carne sintetica, la carne non carne,. come dicono alcuni. Non è d'accordo, per esempio, il Gfi, il Good food insititute, ong che lavora per accelerare la produzione di proteine sostenibili, compresa la carne basata sulle cellule. Secondo la ong la notizia in arrivo dagli Usa circa l'ok alla commercializzazione della carne sintetica dimostra che l'Europa sta "rimanendo indietro". I governi europei, dicno i vertici dell'organizzazione, "devono investire e rendere trasparente il processo normativo per ottenere i benefici". Il Gfi incoraggia i politici ad agire per assicurarsi che i "benefici ambientali, di salute pubblica ed economici di questi alimenti siano percepiti nella regione".

"L'approvazione da parte della Usda statunitense alla produzione di carne coltivata da parte delle due aziende amiericane Upside Foods e Good Meat è la prova più evidente che l'Europa sta rimanendo indietro mentre il resto del mondo accelera per fornire carne coltivata come parte di un sistema alimentare più sostenibile", spiega Alice Ravenscroft, responsabile delle politiche del Gfi Europa. 

Più convinto ancora il presidente del Gfi Bruce Friedrich. "L'annuncio storico delle due aziende americane che ottengono l'approvazione normativa per portare la carne coltivata ai consumatori statunitensi segna un momento cruciale per l'alimentazione e l'agricoltura -sottolinea il presidente del Gfi-. I consumatori sono ora un passo avanti verso la possibilità di gustare la carne che amano senza compromessi".

"Si prevede che la domanda globale di carne raddoppierà entro il 2050 -aggiunge Friedrich-. Innovazioni come la carne coltivata consentono al mondo di diversificare la produzione di proteine, riducendo le emissioni, aumentando la sicurezza alimentare, riducendo i rischi per la salute pubblica e liberando terre e acque per il ripristino e il recupero".

"Data la posta in gioco prosegue Friedrich-, la transizione verso la carne coltivata e altre proteine alternative è essenziale quanto la transizione globale verso le energie rinnovabili. E proprio come per le energie rinnovabili, un massiccio investimento pubblico è fondamentale per garantire che questi nuovi alimenti sostenibili possano scalare, creare posti di lavoro orientati al futuro e portare benefici a tutti".

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EFA News - European Food Agency
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